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Tra i super latitanti resta anche Cubeddu: sequestrò Giuseppe Soffiantini

Fu coinvolto in vari sequestri, tra i quali quello dell'imprenditore manerbiese del giungo 1997
Attilio Cubeddu - © www.giornaledibrescia.it
Attilio Cubeddu - © www.giornaledibrescia.it
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Con l'arresto di Matteo Messina Denaro si assottiglia l'elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del «programma speciale di ricerca» del gruppo Interforze. Tra questi c’è il noto Attilio Cubeddu (Cosa Nostra), nato il 2 marzo 1947 a Arzana (Nuoro) e ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (Nuoro), ove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime.

Cubeddu era infatti coinvolto nei sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna nel 1983, e in quello Peruzzi in Toscana nel 1981. Ma il nome è noto ai bresciani per essere stato mente e componente della banda che sequestrò l’imprenditore manerbiese Giuseppe Soffiantini, il 17 giugno 1997 e, contestualmente, per essere stato ritenuto responsabile dell'omicidio dell'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni. Lo ricorda anche Giancarlo De Cataldo, giudice e autore di Romanzo Criminale (2022), all’epoca magistrato a latere del presidente Francesco Amato nel processo Soffiantini-Donatoni, alla fine del quale la Corte d’assise di Roma condannò Cubeddu a 30 anni e alla pena dell’ergastolo per l'omicidio dell'ispettore. Delitto per il quale Cubeddu fu assolto dopo oltre 20 anni

Per lui il 18 marzo 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali, e se fino a qualche anno fa si riteneva potesse essere stato ucciso, ora si pensa che si nasconda in Ogliastra, protetto da una fitta rete di fiancheggiatori.

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