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Terrorismo, la figlia di Gurrieri da Brescia: «Giustizia è fatta»

Così Monica che insieme alla madre e al fratello abitano in città, dove si sono trasferiti un anno dopo il delitto del padre
Una foto d'epoca di Narciso Manenti - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una foto d'epoca di Narciso Manenti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Finalmente giustizia è fatta. Questa è la prima cosa che ci sentiamo di dire. Queste le parole riferite all’Ansa da Monica Gurrieri, la figlia dell’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri, ucciso nel 1979 da Narciso Manenti, uno dei brigatista arrestati oggi in Francia e che per l’omicidio del militare deve scontare la condanna all’ergastolo.

La moglie e i due figli di Gurrieri abitano a Brescia dove di sono trasferiti da Bergamo un anno dopo il delitto del militare. «Io avevo nove anni e mio fratello 14 e lui aveva visto dal vivo l’omicidio di mio padre» ha raccontato la figlia dell’appuhtato dei carabinieri. «Ho avuto la notizia dell’arresto di Manenti da parte di un ex collega di mio padre che mi ha chiamata in lacrime dicendomi "ce l’abbiamo fatta"».

Parole di sollievo arrivano anche da un’altra voce: Ambra Minervini, figlia del giudice Girolamo Minervini, ucciso nel 1980 a Roma dalle Brigate Rosse.

«Finalmente c'è stato un giro di boa nell'atteggiamento della Francia verso questa situazione, sono soddisfatta che questa operazione abbia fatto giustizia e ringrazio dal profondo del cuore chi, a qualunque livello e titolo, ne ha permesso la realizzazione». 

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