Italia e Estero

Salvini apre la crisi e si candida premier: «Si vada al voto»

«Ha fatto cadere il governo perché ha messo i sondaggi davanti agli interessi del Paese» ha detto Luigi Di Maio
L’alleanza tra Salvini e Di Maio è ai titoli di coda - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L’alleanza tra Salvini e Di Maio è ai titoli di coda - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Matteo Salvini apre la crisi di governo e da Pescara, dove ieri sera ha tenuto uno dei comizi del tour sulle spiagge italiane, lancia la sua corsa a premier. «Chiedo agli italiani se vogliono darmi pieni poteri per fare le cose come vanno fatte», dice al termine del comizio. «Se mi candido a premier? Quello sicuro», ha risposto il ministro dell'Interno.

Anche il leader pentastellato, Luigi Di Maio, si dice «pronto al voto», chiedendo però che prima passi in aula il taglio dei parlamentari. «La Lega ha preso in giro il Paese», accusa. In serata, al Tg1, il vicepremier rincara la dose contro Salvini. «Ha fatto cadere il governo perché ha messo i sondaggi davanti agli interessi del Paese».

«Siamo prontissimi alle elezioni», annuncia invece il leader del Pd, Nicola Zingaretti, auspicando «una grande alleanza per salvare l'Italia». «Si torni al voto per una maggioranza sovranista», l'auspicio della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Una mossa che porta alla parlamentarizzazione della crisi che, ora, vede avvicinarsi le elezioni anticipate. Tre le date possibili: il 13, il 20 o il 27 ottobre. Se la crisi si consumasse a metà agosto, le urne, considerando i tempi necessari per gli italiani all'estero, dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza.

Facciamo un passo indietro e rivediamo cosa è accaduto nella giornata di ieri. Dopo mesi di tweet e post, la certificazione della rottura è arrivata con un comunicato ufficiale a cui mancava solo la ceralacca. A metà pomeriggio, la Lega ha chiarito che fra gli alleati c’è una «irrimediabile distanza» e che «l’unica alternativa» all’esecutivo gialloverde sono «nuove elezioni». La palla è quindi passata nelle mani di Conte, che in mattinata era salito al Colle per consultarsi con Mattarella e ribadire la sua volontà di non dimettersi ed eventualmente di parlamentarizzare la crisi. Per tutta la giornata il premier non ha fatto dichiarazioni ufficiali.

Ma qual è la strada maestra per arrivare al voto lo ha detto Salvini dopo averlo incontrato a Palazzo Chigi: «Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come risulta evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori». Se così sarà, «noi siamo pronti», ha detto il leader del M5s, Di Maio. Insomma, Salvini ha scelto la meta. E Conte potrebbe aver indicato la strada, chiedendo di far arrivare la crisi in Parlamento, di non far cadere il governo via comunicato, ma per un voto di sfiducia in Aula.

Davanti alle ultime uscite di Salvini, anche i 5s sono tornati a marcare la posizione. «I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti», ha detto Di Maio. E un governo tecnico sarebbe «una follia». In serata, Di Maio ha provato ad apparire sereno: «Io sono tranquillo e sono al lavoro«, ha provato a smorzare il leader grillino in serata. A rendere tutto un po’ più complesso, a complicare un po’ i rapporti fra i protagonisti del risiko, ci sono state le «rilevanti perplessità» messe nero su bianco da Mattarella in una lettera inviata ai presidenti delle Camere insieme alla promulgazione del decreto «simbolo» della Lega, il Sicurezza Bis. Il Colle ha rimesso «alla valutazione del Parlamento e del Governo l’individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina». Toccherà ai prossimi.

 

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