Italia e Estero

Rezza (Iss): «Il test sierologico non dà patente di immunità»

Così il capo del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità: chi risulta positivo deve poi fare il tampone
Covid-19, esami di laboratorio - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Covid-19, esami di laboratorio - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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«Il test sierologico non dà un patentino di immunità» ma serve a fare «uno studio epidemico per vedere quale è la diffusione dell'infezione nelle varie aree italiane. È questo è importante farlo». Lo ha detto Gianni Rezza, a capo del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), intervenendo durante la trasmissione Agorà su Rai 3.

«I dati che abbiamo ci danno una immagine cautamente ottimista di quanto sta accadendo nel Paese» e «modelli matematici mostrano da giorni una curva epidemica in diminuzione, ma i casi segnalati rappresentano circa un decimo di tutte le infezioni, perché ci sono persone che non fanno i tamponi, i casi i sintomatici, quelli che sfuggono perché paucisintomatici».

Il test «a cui la Commissione Tecnico Scientifica sta lavorando sarà utile a capire quante sono le persone infette in Italia». Ma dice solo se «una persona ha o non ha anticorpi contro il virus. Non dice se siano stati acquisiti di recente ed è ancora infetto, o 2 mesi fa». Quindi «chi risulta positivo deve poi fare un tampone», vale a dire lo strumento che rivela la presenza del virus

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