Italia e Estero

Qatargate, difesa figlia Panzeri: eccezione si fonda su report Ue

La richiesta di verificare il trattamento carcerario in Belgio è stata accolta dalla Corte d'Appello di Brescia
Gli avvocati della difesa all'arrivo in tribunale a Brescia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Gli avvocati della difesa all'arrivo in tribunale a Brescia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La richiesta di verificare il trattamento carcerario in Belgio avanzata dai difensori di Silvia Panzeri e accolta dalla Corte d'Appello di Brescia, che ha rinviato l'udienza per decidere se consegnare o meno la donna alle autorità di Bruxelles che indagano sul caso Qatargate, si è basata su un report del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) da cui sono emersi «una serie di problemi persistenti nelle carceri belghe, tra cui il sovraffollamento di lunga data e la carenza di personale».

Il resoconto, come ha spiegato l'avvocato Angelo De Riso che con il collega Nicola Colli difende Silvia Panzeri e la madre nonché moglie di Panzeri Maria Dolores Colleoni, risale allo scorso novembre ed è stato pubblicato sul sito del Consiglio D'Europa. È stato redatto in seguito a una visita da parte di una delegazione nelle carceri di Anversa, Lantin, St-Gilles e Ypres, durante la quale è venuto a galla che «la violenza tra i detenuti è stato un problema ricorrente negli istituti visitati. Secondo il rapporto, questo fenomeno è chiaramente legato al sovraffollamento, alla mancanza di personale e all'insufficiente presenza del personale stesso. Il Comitato - si legge - esorta le autorità belghe a prendere delle misure decise per affrontare la violenza tra i detenuti in queste carceri e, se necessario, in altri istituti in tutto il Paese».

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