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Niente cani e gatti sepolti con i padroni: il Governo dice no

Roma impugna davanti alla Corte Costituzionale la riforma regionale dei servizi funebri per gli animali di compagnia
Il cane, il più scelto tra gli animali da compagnia - Foto Graziella Consolati © zoom.giornaledibrescia.it
Il cane, il più scelto tra gli animali da compagnia - Foto Graziella Consolati © zoom.giornaledibrescia.it
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Cani e gatti sepolti con i padroni? Il Governo dice no ai servizi funebri per cani e gatti laddove gli animali di compagnia verrebbero tumulati, dopo incenerimento, nei loculi dei rispettivi padroni. Il Governo ha deciso, infatti, di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la recente riforma lombarda che vede la consigliera bresciana Simona Tironi fra i principali firmatari, dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali che introduce numerose norme in materia di polizia mortuaria e attività funebri.

Varie le norme aggiunte alla precedente legge regionale sono ritenute incostituzionali. Tra queste anche quella che introduce la possibilità di tumulare gli animali d'affezione nello stesso loculo del defunto. «Una facoltà assolutamente estranea alla normativa statale in materia», si legge nella delibera del Consiglio dei ministri e che «contrasta in particolare con l'art. 50 del citato Dpr (285/1990, ndr), secondo il quale nei cimiteri sono ricevuti i cadaveri delle sole persone».

Secondo il Governo, le disposizioni sui resti degli animali d'affezione «contrastano con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, in violazione dell'art. 117, terzo comma, della Costituzione», così come numerose altre norme introdotte dall'articolo 1 della legge regionale in esame (la numero 4 del 4/3/2019). Tra queste, ad esempio, quella che istituisce le «case funerarie» e quella sui «centri servizi», una fattispecie, quest'ultima, «della quale peraltro non è chiara la differenza rispetto all'impresa funebre».

Ma c'è di più: lo stesso articolo, afferma l'impugnativa, «nel prevedere, tra l'altro, che - a seguito di interventi chirurgici in strutture ospedaliere del territorio comunale - il cittadino possa decidere se donare eventuali parti anatomiche riconoscibili per finalità di studio, ricerca o insegnamento o se richiederne la sepoltura, incide sulle prerogative dello Stato in materia di ordinamento civile».

Una legge regionale che ha diviso trasversalmente anche la politica. «Per una volta apprezziamo la decisione del Governo» ha dichiarato Fabio Pizzul capogruppo del Pd in Regione. «Avevamo ampiamente ragione noi - afferma Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia - non ho mai visto una legge regionale impugnata per così tanti profili d'incostituzionalità».

 

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