Italia e Estero

Nel 2017 68,5 mln di rifugiati: Ue, dimezzati i richiedenti asilo

Nuovo rapporto dell’Unhcr per la Giornata del rifugiato: in Libano una persona su 6 si trova sotto protezione
LE STORIE DEI RIFUGIATI
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In fuga da guerre, violenze, persecuzioni, pulizie etniche, fame e povertà, ogni secondo che passa una persona lascia la sua casa e il suo Paese e diventa un profugo, 44.500 ogni giorno, alimentando un flusso globale di migranti che nel 2017 ha toccato un record assoluto, il quinto consecutivo: 68,5 milioni di persone, otto milioni di più dell’intera popolazione dell’Italia. Considerando tutte le nazioni nel mondo, una persona ogni 110 è costretta alla fuga.

Report. Il dato drammatico emerge dal nuovo rapporto «Global Trends» dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Del totale, 25,4 milioni di profughi hanno lasciato il proprio Paese a causa di guerre e persecuzioni, 2,9 milioni in più rispetto al 2016, l’aumento maggiore registrato in un solo anno. Le aree più critiche sono state la Repubblica Democratica del Congo, il conflitto in Sud Sudan e la fuga in Bangladesh di centinaia di migliaia di Rohingya provenienti dalla Birmania.

Nel frattempo, ricorda l’Unhcr, i richiedenti asilo che al 31 dicembre 2017 erano ancora in attesa di una decisione sono aumentati da circa 300.000 a 3,1 milioni. Le persone sfollate all’interno del loro Paese erano 40 milioni del numero totale, poco meno dei 40,3 milioni del 2016. La maggior parte dei rifugiati vive in aree urbane (58%) e non nei campi o in aree rurali. Oltre il 50% delle persone costrette alla fuga sono giovani e nel 53% dei casi si tratta di minori, molti dei quali non accompagnati o separati dalle loro famiglie.

Cliché. Il rapporto paragona anche le realtà percepite e quelle effettive. Una di queste discrepanze è l’idea che le persone costrette a fuggire si trovino per lo più nei Paesi del nord del mondo. I dati mostrano invece che è vero il contrario: l’85% dei rifugiati risiede nei Paesi in via di sviluppo, molti dei quali versano in condizioni di estrema povertà e non ricevono un sostegno adeguato per assisterli. Quattro rifugiati su cinque rimangono in Paesi limitrofi ai loro. Per il quarto anno consecutivo, infatti, la Turchia ha ospitato il più alto numero di rifugiati al mondo, ovvero 3,5 milioni. Seguono il Pakistan e l’Uganda con 1,4 milioni di persone; il Libano è quarto con quasi un milione di persone (998mila persone) ma ha la densità più alta: una persona su sei tra quelle presenti sul suo territorio è un rifugiato sotto la responsabilità dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Dati europei. Venendo ai dati dell’Unione europea prodotti dall’Ufficio europeo per il supporto all’asilo nel 2017 le richieste d’asilo sono diminiuite del 44 per cento rispetto all’anno precedente per un totale di 728.740 richieste.

Le nazioni di provenienza dei richiedenti sono state: Siria (15 per cento), Iraq e Afghanistan (7% per entrambi), Nigeria, Paistan, Eritra, Albania, Bangladesh. I numeri sono destinati a diminuire nel 2018 visto che nei primi quattro mesi sono state solo 197mila le persone che hanno chiesto una forma di protezione da uno dei 28 Stati dell’Unione europea. In Italia dal 1 gennaio al 15 giugno di quest’anno solo il 7% di richiedenti asilo - poco più di 3mila persone - si è visto riconosciuto lo status di rifugiato sulle 44.233 domande il cui iter di esame è stato concluso dalle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazional. Al 4% di coloro che hanno presentato richiesta è stata concessa la protezione sussidiaria e al 28% il permesso umanitario. Ben il 61% delle domande sono state respinte: o per mancanza di requisiti o perché chi ha presentato la richiesta è risultato irreperibile.

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