Italia e Estero

In Consiglio dei ministri lo scontro tra Conte e Renzi

L'incontro, alle 21.30, ha all'ordine del giorno solo la discussione sul Recovery Plan. Italia Viva potrebbe poi ritirare le sue ministre
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
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«Se Matteo Renzi ritira i ministri è impossibile un nuovo governo con Italia Viva». A metà mattinata, in quello che si presentava come il D-Day di questa infinita pre-crisi di governo, Palazzo Chigi apre l'ultimo atto del duello tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.

Un duello che, nel corso della giornata si infarcisce di «botta e risposta» tra M5S, Pd e Iv, di riunioni politiche, minacce e contro-minacce. Con il leader di Iv che non accenna al passo indietro. «Conte è convinto di avere i numeri, se è così saremo all'opposizione», attacca Renzi tentando di smascherare, una volta ancora, l'operazione «responsabili». E ribadendo che la via principale per l'ex premier resta il ritiro dei «suoi» ministri.

Il Consiglio dei ministri, nel frattempo, è chiamato ad approvare il Recovery Plan. Salvo colpi di scena Teresa Bellanova e Elena Bonetti non annunceranno le loro dimissioni al tavolo del Cdm e il Piano di Ripresa e Resilienza passerà, per approdare in Aula entro la fine di gennaio. «Dopo il Cdm convocheremo le parti sociali e verrà affrontato il tema della governance», spiega il titolare del Mef Roberto Gualtieri.

Il tema è che il piano è avvolto nella nebbia della crisi. E il fatto che, a Cdm in corso, Renzi scelga ancora una volta di andare in tv non contribuisce a rasserenare gli animi.

La posizione fatta filtrare a metà mattinata da Palazzo Chigi mostra come il premier, ormai, sia pronto alla conta ed è seguita da una serrata dei ranghi di quasi tutto il M5S, con sfumature invero diverse. «La crisi ora è inspiegabile», avverte Luigi Di Maio «aprendo» la giornata. «Il ritiro dei ministri sarebbe un tradimento agli italiani. Se avviene, con Iv non ci potrà essere un nuovo governo», sottolinea il capo politico M5S Vito Crimi poco prima della mossa di Palazzo Chigi.

Di lì in poi tutti i ministri pentastellati sostengono la posizione del premier, da Alfonso Bonafede a Vincenzo Spadafora fino a Stefano Patuanelli. «Non si sfidi la pazienza degli italiani», è il loro mantra, al quale si unisce anche Leu.

Parallelamente anche il segretario Pd Nicola Zingaretti interviene per scongiurare il baratro di una crisi potenzialmente al buio. «Provocarla sarebbe un grave errore politico», avverte il governatore del Lazio. Ma per Renzi, ora, fermarsi non è facile.

Mes, fondi all'agricoltura, riscrittura del programma: Iv non abiura alle sue richieste e annuncia, per domani, mercoledì, una conferenza stampa. Sarà Renzi a parlare e potrebbe concretizzare la rottura. «Una mediazione in extremis? Va chiesta a Conte», spiega, sibillino, l'ex premier.

Il nervosismo dei partiti, intanto, sale. I parlamentari M5S si vedono in una nuova congiunta mentre al Nazareno si riunisce il «gabinetto di guerra» composto da Zingaretti, il suo vice Andrea Orlando, il capodelegazione Dario Franceschini (che poco dopo pranzo vede anche Conte a Palazzo Chigi) e i due capigruppo. «Confermiamo la nostra contrarietà ad una crisi, questa maggioranza può dare risposte per il rilancio del Paese», sottolinea il Pd che, nei confronti di Renzi, è tuttavia meno tranchant sia di Conte sia del M5S. «Se Palazzo Chigi e M5S dicono mai più con Renzi se fa cadere il governo, io dico che in politica non si può mai dire mai...», sottolinea Orlando, certificando l'idiosincrasia del Nazareno per i Responsabili.

Le prossime ore saranno decisive. Solo una trattativa in zona Cesarini potrà evitare la crisi e la conta in Aula. Ma sulle dimissioni per poi dar vita a un Conte-ter il premier resta scettico. E, nel frattempo, si mostra tranquillo. Concedendosi persino una passeggiata con tanto di selfie e chiacchierata con un'infermiera vaccinata contro il Covid nella via del Corso che ospita i primi saldi.

Intanto l'opposizione sembra godersi quasi con discrezione l'ultima battaglia tra Conte e Renzi. Con Giancarlo Giorgetti che rimarca l'azzardo dell'operazione responsabili: «servirebbe un nuovo gruppo costituito in Parlamento a sostegno del governo», osserva il leghista.

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