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Il prossimo passo contro il coronavirus è fermare la Lombardia

Se ne parla sempre più a livello politico: la richiesta è chiudere tutto per 15 giorni. Preoccupa l'aumento dei casi a Brescia
Il confine tra Lombardia e Emilia Romagna - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il confine tra Lombardia e Emilia Romagna - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per chiedere di «fermare ogni attività economia, produttiva, di servizio che non sia essenziale» come misura contro l'epidemia di coronavirus.

«La situazione dei presidi sanitari, quale ci viene rappresentata anche dai lavoratori e lavoratrici della sanità nostri associati», è di fatto al «collasso e agli stessi operatori sono richieste prestazioni orarie e carichi di lavoro già insostenibili», affermano Elena Lattuada, Ugo Duci e Danilo Margaritella.

L’idea di fermare tutto in Lombardia prende sempre più piede, dopo che ieri l’assessore al Welfare Gallera aveva spiegato come la Regione stesse valutando la chiusura di trasporti e attività produttive, compresi i negozi.

«Ci sono poche aree in Lombardia che sono preservate, come Varese, Sondrio, Como, che hanno un numero di casi limitato. La zona di Bergamo invece è quella che oggi ha il maggior numero di positivi e la zona di Brescia sta fortemente crescendo», ha detto poi stamattina l’assessore nel corso del suo intervento alla trasmissione Agorà, su Rai3. «Se dobbiamo prendere ulteriori provvedimenti però va fatto per tutta la regione», ha aggiunto. Il caso di Brescia è emblematico: dai cinquecento casi di domenica si è arrivati ai mille odierni, con una crescita dei contagi che avanza sempre più veloce.

L’idea è anche al centro dell’attenzione a Roma, dove il Governo procede ormai da giorni a continui aggiustamenti delle misure contro l’epidemia, l'ultima arrivata solo ieri sera. «Se è necessario prendere delle misure anche più drastiche lo faremo - ha dichiarato Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento -. Non è detto che non ci siano altri aggiustamenti, in primis per la Lombardia, perché tra le regioni più popolose e poi perché qui si è sviluppato maggiormente il virus. Il tutto in accordo con chi sta affrontando questa emergenza dal punto di vista scientifico». 

Sul fronte politico, la richiesta è sostenuta da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati e consigliere comunale a Milano: «Adesso tocca al governo accogliere tutte queste sollecitazioni, che arrivano da chi da settimane ormai con impegno e dedizione è in prima linea contro l'emergenza coronavirus, e fare un passo in più per dare loro una risposta. Non c'è tempo da perdere», ha dichiarato in una nota.

Una posizione condivisa al gruppo consiliare dei Cinque Stelle in Regione. «Il continuo evolversi della situazione determina che si debbano prendere decisioni anche molto drastiche per tutelare la salute dei nostri concittadini. Quindi le misure messe in atto dal Governo sono senza dubbio corrette e anche ulteriori restrizioni che Regione Lombardia chiede trovano il nostro consenso: una chiusura totale per almeno due settimane aiuterà i nostri medici e infermieri eroi», dice capogruppo in Regione, Marco Fumagalli.

 

 

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