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Il maxi decreto Cura Italia è in vigore: il testo completo

Sono entrate in vigore le norme del decreto, pubblicato in nottata su un'edizione straordinaria della Gazzetta ufficiale
Il decreto Cura Italia è stato pubblicato stanotte in Gazzetta ufficiale - Foto Ansa
Il decreto Cura Italia è stato pubblicato stanotte in Gazzetta ufficiale - Foto Ansa
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Sono entrate in vigore le norme del decreto Cura Italia, pubblicato in nottata su un'edizione straordinaria della Gazzetta ufficiale dopo la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratta di un documento composto da 127 articoli. In 67 pagine cinque maxi capitoli: misure di potenziamento del servizio sanitario, misure a sostegno del lavoro, misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario, misure fiscali a sostegno delle famiglie e delle imprese e ulteriori disposizioni.

Ampliamento del raggio di azione e potenziamento del Fondo centrale di garanzia delle Pmi cui verrà assegnata una dotazione di 1,5 miliardi di euro. È quanto prevede il testo pubblicato a sostegno della liquidità delle aziende colpite dall'emergenza coronavirus confermando in larga parte le anticipazioni.

Il fondo per la sospensione delle rate dei mutui prima casa, ora riservato a chi perde il lavoro o subisce un decesso in famiglia, viene esteso anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti che hanno subito una flessione del fatturato di oltre il 33% e riceve una dotazione ulteriore di 400 milioni di euro. Per accedervi basterà l'autocertificazione.

Il decreto assegna poi 1,73 miliardi di euro a garanzia pubblica della moratoria dei finanziamenti bancari a micro, piccole e medie imprese colpite, che potranno sospendere le rate dei pagamenti fino al 30 settembre 2020. Fino a quella data non potranno essere revocati i finanziamenti accordati. Previsti anche 500 milioni per garantire, tramite la Cdp, prestiti alle imprese con un effetto leva da 10 miliardi.

Nel testo spunta il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. La norma era nelle prime bozze, poi era sparita: per evitare rischi di contagio, dà la possibilità di rimandare all'autunno il voto. Il referendum si può indire entro 240 giorni dall'ordinanza che lo ha ammesso: l'ultima data utile sarebbe il 22 novembre.

 

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