Italia e Estero

Il lockdown non ha migliorato la qualità dell'aria in Lombardia

Lo confermano i dati dell'Arpa sulle polveri sottili. Nel 2020 si registra un lieve peggioramento della media annua di concentrazioni
IL LOCKDOWN NON FA BENE ALL'ARIA
AA

Nonostante il lungo periodo di lockdown per l'emergenza Covid, l'aria della Lombardia non è migliorata. A confermarlo è la consueta rilevazione della qualità dell'aria svolta dall'Arpa, presentata oggi a Palazzo Lombardia dall'assessore regionale all'Ambiente Raffaele Cattaneo e dal presidente dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, Stefano Cecchin. 

Dai dati emerge che nel 2020 c'è stato un leggero e inaspettato peggioramento della media annua e un aumento dei giorni di superamento del limite del Pm10. Le cose sono invece molto migliorate per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), nettamente calato rispetto alla rilevazione precedente.

I primi giorni di questo 2021 sono invece andati piuttosto bene, soprattutto grazie alle buone condizioni atmosferiche, tanto che da inizio anno si è registrato un solo giorno di superamento della soglia, Capodanno

In merito alla qualità dell’aria, Regione Lombardia ha deciso di stanziare da febbraio un pacchetto di misure da 100 milioni di euro, finanziato in parte da risorse regionali e in parte da fondi statali, per abbassare il livello degli inquinanti. In particolare, ammontano a 48 milioni gli incentivi per il rinnovo del parco veicolare, così suddivisi: 36 milioni per il rinnovo dei veicoli privati (il doppio rispetto al 2020), 7 milioni per i veicoli commerciali e 5 milioni per i mezzi degli enti pubblici. 

Questi incentivi prevedono un contributo massimo di 8mila euro per l'acquisto di veicoli e motoveicoli elettrici, a fronte della demolizione o radiazione di veicoli inquinanti. Altri 52 milioni di euro saranno destinati per intervenire su altre misure, dalla sostituzione delle caldaie più inquinanti alla diffusione delle colonnine per la mobilità elettrica, all'efficientamento degli edifici pubblici.

Il particolato sottile resta dunque un problema per la Lombardia e per tutto il bacino padano, tanto che dall’Unione europea è arrivata una condanna. «I presidenti delle Regioni del Bacino padano (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) hanno mandato in queste ore una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri Conte chiedendo un incontro urgente per un piano di interventi immediato a fronte della condanna che la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha inflitto al nostro Paese per il superamento dei limiti del pm10», ha aggiunto Cattaneo.

«La procedura europea può portare a sanzioni al nostro Paese che possono ammontare fino a 2,3 miliardi di euro, se non presentiamo alla Commissione europea un pacchetto di interventi significativi», spiega Cattaneo, precisando che «questa è solo la prima procedura in corso a livello europeo, ce n'è anche una seconda sugli ossidi di azoto e ne è stata avviata una terza a novembre». In riferimento a 2,3 miliardi di euro di sazioni Ue, l'assessore regionale osserva come sia evidente che «queste risorse anziché pagarle come multa è molto più opportuno che vengano usate per invertenti».

L’obiettivo dei presidenti di regione è che i fondi per migliorare l’aria siano inseriti nel Recovery Plan. «Nella bozza di Piano nazionale di ripresa e ripartenza non c'è nessun impegno finanziario per interventi relativi in maniera specifica alla qualità dell'aria», ha detto Cattaneo.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia