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Green Pass, i ristoratori non devono verificare l'identità

Lo specifica il ministero dell'Interno: possono chiedere il documento, ma controllo necessario solo in caso di certificati falsi
Un barista mostra l'app Verifica19 per il controllo del Green Pass - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un barista mostra l'app Verifica19 per il controllo del Green Pass - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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I ristoratori non sono tenuti a verificare l’identità di chi presenta il Green Pass. Possono farlo, ma il controllo non sarà obbligatorio. A specificarlo è una circolare diffusa nella tarda serata di martedì dal ministero dell’Interno firmata dal capo di gabinetto, il prefetto Bruno Frattasi, per fornire ai prefetti le indicazioni sulla verifica delle certificazioni verdi, da vari giorni oggetto di polemiche.

Nel testo si legge che gli incaricati a chiedere le carte d'identità sono i pubblici ufficiali, mentre gli esercenti potranno chiedere l’esibizione di un documento di identità ma la loro richiesta sarà «discrezionale». Per controllare che una certificazione sia autentica e non contraffatta va usata la app Verifica C19 che scannerizza il Qr Code del Green Pass. Spiega il Ministero: «Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione».

Chi entra in un bar o in un ristorante al chiuso, continua la circolare, «è tenuto all’esibizione del documento di identità». E nel caso non risulti una corrispondenza fra i dati anagrafici del Green Pass e quelli della carta d’identità «la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore». Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass. Il Viminale promette «massima attenzione alle attività di verifica e controllo» del Green Pass da parte delle forze dell’ordine, con verifiche a campione in particolare nei luoghi turistici e della movida.

Qualche ora prima della diffusione della circolare il Garante della Privacy, citando il Dpcm del 17 giugno che ha definito le modalità di rilascio del Green Pass in Italia, aveva fatto notare che anche «i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi» possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità. «Ci auguriamo che la nostra richiesta della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell’ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale», avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio Roberto Calugi.

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