Italia e Estero

Giornata da scheda bianca alla Camera e al Senato

Le trattative per eleggere presidenti condivisi non sono andate bene. I commenti dei parlamentari bresciani, tra esordienti e veterani
SCHEDA BIANCA
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È una giornata da scheda bianca quella che apre la 18esima legislatura. Saltate tutte le trattative della vigilia tra Cinque Stelle e Lega oggi i parlamentari non riusciranno ad eleggere i nuovi presidenti dei due rami del Parlamento.

Dodici i bresciani a Roma, quattro al Senato e otto alla Camera. Stefano Borghesi, leghista eletto al Senato, fa parte dell’ufficio di presidenza nella prima seduta presieduta da Giorgio Napolitano.

 

  • L'inizio della diciottesima Legislatura
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«Grande emozione, qui si fa il Paese», è il primo commento di Giuseppe Donina, camuno neo eletto alla Camera come Simona Bordonali, Paolo Formentini e Eva Lorenzoni. «Qui per rappresentare il territorio bresciano», hanno detto dopo aver fatto un tour a Montecitorio. Per Simona Bordonali, prima tappa è stato il centro medico. «Ho avuto un problema a un occhio, ma ora tutto bene», dice. 

 

 

Raffaele Volpi, al terzo mandato si aggira in Transatlantico da padrone di casa. «Vediamo che succede, Berlusconi vuole l'accordo con il Pd», discute con i colleghi. 

Claudio Cominardi, dei Cinque Stelle, non nasconde l'emozione. «Sono al secondo mandato ma è sempre emozionante entrare in questi palazzi». Nessun dubbio sulle presidenze. «No a condannati, quindi Romani al Senato per noi non passa».

Alfredo Bazoli e Marina Berlinghieri, unici eletti Bresciani nelle file del Pd alla Camera, aspettano le mosse degli altri. «Per noi oggi è scheda bianca, se c'è spazio il Pd si inserisce nelle trattative».

Tra i neo senatori c’è Adriano Paroli, al debutto a Palazzo Madama dopo 17 anni alla Camera. «È sempre un'emozione - spiega - Come andrà a finire? È complicato, vedremo...».

Dentro il palazzo, al primo piano, tra i busti di Cavour, Mazzini, Garibaldi i senatori si salutano, leggono i giornali, sorseggiano caffè alla Bouvette, chiacchierano con i giornalisti nella sala Garibaldi. La seduta doveva iniziare alle 10.30 ma tutto resta sospeso per ore: la giunta per le elezioni deve risolvere il nodo subentri e il caso Sicilia, dove i 5 Stelle non hanno abbastanza candidati ridpetto ai posti ottenuti. Così per due ore si chiacchiera nei corridoi ricoperti da moquette rossa, tra senatori, parenti, mogli, figli, selfie e interviste. Casini saluta l'ormai ex presidente Grasso, Renzi passa svelto e si riunisce con i suoi, Bossi prende posto in aula, in attesa che la XVIII Legislatura entri nel vivo.

 

 

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