Italia e Estero

Genova e il ponte di Renzo Piano: 43 vele di luce per le vittime

Nel progetto di Renzo Piano un ponte per sostiuire il Morandi crollato retto da 43 vele, tante quanti i morti
Giovanni Toti con Renzo Piano e il plastico del ponte progettato da Renzo Piano - Foto tratta dalla pagina Facebook del governatore Toti © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Toti con Renzo Piano e il plastico del ponte progettato da Renzo Piano - Foto tratta dalla pagina Facebook del governatore Toti © www.giornaledibrescia.it
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«Per un volta possiamo farla semplice: Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Fincantieri costruisce il ponte (se serve con altre primarie imprese necessarie per il loro know-how). Renzo Piano regala a Genova il disegno di un ponte bellissimo. Così, senza polemiche, la città può riavere in fretta un'opera indispensabile, sicura e meravigliosa. Così si onora davvero chi ha perso la vita». Così il governatore ligure e commissario per l'emergenza Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook, all'indomani dell'incontro avuto proprio con l'archistar che si è offerto di donare il progetto alla sua città natale.

Un progetto che sarebbe anche un omaggio alle vittime del tragico crollo del ponte Morandi dello scorso 14 agosto, presentato ieri in Regione Liguria a Toti, che consentirebbe di garantire non solo il ripristino di un asse vitale per la viabilità e dunque per l'economia di Genova, ma anche memoria perenne di quanto accaduto. Piano avrebbe infatti immaginato sul nuovo viadotto un sistema di lunghi steli sui quali insisterebbero lampioni in grado di descrivere nel cielo di Genova 43 vele di luce, tante quante le vittime del crollo del ponte Morandi.

Piano ha ammesso che da quel 14 agosto, da quando cioè è crollato il viadotto trascinando e uccidendo con le macerie 43 persone, non ha pensato a altro. Era a Ginevra, in quel momento. E così è nata l'idea del ponte da regalare alla città. Un'idea che è filosofia: perché quel nuovo viadotto sarà l'espressione stessa del significato che porta in sé la parola ponte: una progressione, un andare oltre l'ostacolo, una cosa che unisce. «Quello del ponte è un tema che tocca tutti e tutte le corde: da quella tecnologica a quella  poetica», ha detto Piano uscendo dalla Regione.

Poi invita alla memoria: «L'architettura - ha spiegato - fa questo: celebra e costruisce, la città costruisce cambiamenti e documenta. L'importante è non cadere nella retorica» che di retorica, come di polemica, sulla caduta del ponte se n'è fatta fin troppa. «Spero di essere utile, lo faccio con molta convinzione - ha detto ancora Piano -. Bisogna che la città ritrovi orgoglio e riscatto, bisogna ricostruire questo ponte e ripensare l'intera area della val Polcevera. Il ponte lo costruiscono gli ingegneri, ma sono lieto di poter essere utile al progetto perché dietro al ponte c'è l'orgoglio e la bellezza della città».

Un regalo, quello di Piano, che già aveva fatto la stessa cosa dopo la tragedia del crollo della Torre Piloti. Un regalo alla sua Genova che, in questo caso, diventa un dono per l'Italia intera.

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