Italia e Estero

Ddl Zan, nessuna intesa. Si va verso la conta in Aula

Il disegno di legge resta il testo base, il 6 nuovo vertice poi la calendarizzazione
Manifestazione a favore del Ddl
Manifestazione a favore del Ddl
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Un incontro teso, durato due ore, quello di ieri in commissione Giustizia del Senato che ha visto la maggioranza sedersi attorno a un tavolo per cercare un’intesa sul provvedimento contro l’omotransfobia.

Intesa che appare sempre più irraggiungibile. Tensione alle stelle, voci che si scaldano e pugni battuti sul tavolo e al termine della riunione il Ddl Zan ottiene la conferma di essere adottato come testo base su cui lavorare, contro la richiesta di Lega e Forza Italia che avrebbero voluto unificarlo al testo Ronzulli. Il provvedimento rimane fortemente divisivo.

Azzurri e leghisti chiedono cambiamenti sostanziali, Pd, M5s e LeU sono pronti a votare martedì 6 luglio la calendarizzazione per portarlo in Aula nella settimana del 13 luglio e approvarlo rapidamente come uscito dalla Camera a novembre.

Unica novità, il tentativo di Italia Viva di cercare una mediazione tra le due parti. «In assenza di un’intesa - mettono in guardia i senatori renziani - si rischia il pantano parlamentare». La proposta di mediazione fa scricchiolare i rapporti tra Italia viva e l’asse Pd-M5s-LeU perché mediare, in questo caso, vuol dire modificare, possibilità che il centrosinistra non vuole sentire nominare temendo un affossamento del provvedimento.

Così cresce la consapevolezza che si va verso lo scontro in Aula del Senato. Se una maggioranza ci sarà, sarà trasversale, come spesso accade sui temi etici. Nei corridoi comincia la conta dei voti. Il centrosinistra mette in conto che potrebbe mancare qualche voto da Italia viva, ma spera di recuperarlo dalle fila di FI. Intanto una linea di lavoro in commissione è stata tracciata: entro venerdì prossimo i senatori potranno presentare le proposte di modifica al testo e il presidente, Andrea Ostellari, tenterà di farne una sintesi.

Il tavolo di maggioranza si aggiornerà martedì alle 11, prima della convocazione dell’Aula del Senato che voterà sulla calendarizzazione del Ddl. Ma le premesse non sono buone. Il M5s invita a «lavorare su quello che c’è e a fare una legge il prima possibile». Della necessità di una data certa parla la capogruppo dem Simona Malpezzi e declina: «il 6 si vota la calendarizzazione per l’approdo in Aula il 13». Dal canto loro Lega e Forza Italia chiedono la modifica degli articoli 1,4 e 7. «Vogliamo una legge, ma la vogliamo fatta bene» dice la capogruppo di FI Anna Maria Bernini. Mentre il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo spiega: «abbiamo chiesto modifiche sostanziali a partire dall’articolo 1 che riguarda la questione della definizione del sesso e dell’identità di genere».

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