IL TERREMOTO
Crolli, paura e l’onda anomala: il racconto dei bresciani a Kos
«I letti si erano spostati di trenta centimetri, siamo usciti, era saltata la corrente. Ci hanno radunato nella hall e ci hanno dato salviette perché c’era vento».
È il racconto della notte passata dai turisti bresciani a Kos, dove attorno all'una e trenta - ora locale - è stata registrata una scossa di magnitudo 6,7 con epicentro le mar Egeo, a dieci chilometri di profondità.
Il bilancio è di due morti, un turista svedese e uno turco, e di circa 200 feriti, di cui 120 proprio a Kos e un'ottantina a Bodrum, sulla costa turca.
















Monia Peroni si trova sull'isola greca insieme alla madre e ai due figli di 14 e 16 anni: figlia di un soccorritore della protezione civile, operativo in centro Italia con le unità cinofile, non ha potuto che pensare alla tragedia dello scorso anno.
A Kos c'è chi era già a letto ma anche chi è stato sorpreso dal terremoto mentre era ancora per locali. In qualche struttura alberghiera, così come in città, si sono registrati crolli, i voli hanno accumulato ritardi tra le sei e le sette ore, il porto è stato travolto da uno tsunami che, seppur di dimensioni contenute, ha messo in allarme chi si trovava lungo la litoranea, lasciando evidenti danni.
«Ci siamo avvicinati al porto e abbiamo visto che il livello dell’acqua aumentava in poco tempo - racconta Emanuele Arrighetti, assessore comunale Chiari -. Alcune barche hanno perso l’ormeggio e hanno iniziato a roteare nella baia, poi l’acqua è esondata e tutti sono scappati».
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