Italia e Estero

Covid: Samaritan's Purse torna in Italia con Franklin Graham

Installarono ospedale da campo a Cremona e curarono 280 persone
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MILANO, 28 OTT - "Quando mi hanno chiamato per chiedermi di creare uno dei nostri ospedali da campo in Italia ho accettato subito: in una settimana era operativo ma niente di tutto ciò sarebbe avvenuto senza l'aiuto di Dio". A parlare è Franklin Graham, presidente della Samaritan's Purse, organizzazione cristiana internazionale di intervento umanitario ed evangelizzazione, la prima a prestare soccorso a Cremona durante la pandemia installando un ospedale da campo e arrivando a curare 280 pazienti.

Domani l'organizzazione sarà a Milano per il Noi Festival, evento che riunirà oltre 500 chiese evangeliste al Forum di Assago. Alla presentazione del Noi Festival di questa mattina all'Hotel Westin Palace di Milano è intervenuta anche Federica Pezzetti, direttore medico presidio dell'ospedale di Cremona: "Il valore aggiunto del loro aiuto - ha spiegato - é stato trasmetterci la speranza di uscire dal tunnel e vedere la luce.

Aiutavano i pazienti anche da un punto di vista spirituale e umano e stessa cosa facevano con noi".

Un paziente ricoverato nell'ospedale da campo, Rosvaldo Felisari, ha poi raccontato la sua esperienza: "Credevo di morire, poi al quarto giorno è successo un miracolo, ho cominciato a riprendermi. E lo staff della Samaritan's Purse era sempre presente h24". Felisari ancora oggi porta i segni di quella tragica esperienza: "Sono stato ricoverato 40 giorni - ha proseguito - ora di salute sto bene ma ho ancora gli incubi".

Una dottoressa della Samaritan's Purse, Julie Mckay, ha infine parlato di una "storia incredibile" che riguarda un altro paziente lombardo, Claudio Ruggeri: "era molto debole, tossiva costantemente". Per lui sembrava non ci fossero più speranze. A quel punto "ho letto la Bibbia e ho chiamato ogni responsabile di Chiesa e ho chiesto loro di pregare per Claudio alle 9 di sera". La mattina dopo "non sentivo più la sua tosse e ho pensato al peggio - ha concluso - sono entrata nel reparto uomini e lui era seduto sul letto con un grande sorriso. Ci ha detto che non sapeva cose fosse successo, ma era dalle 9 del giorno prima che si sentiva meglio".

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