Italia e Estero

Cosa ha detto la viceministra Castelli sui ristoranti in crisi

Il dibattito politico e sui social è dominato da una frase che Laura Castelli in realtà non ha mai pronunciato
Laura Castelli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Laura Castelli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sui social e nel dibattito politico si discute in queste ore di una dichiarazione attribuita alla viceministra all’Economia Laura Castelli sui ristoranti e, più in generale, sulle attività commerciali in crisi. «Se non hanno clienti, i ristoratori cambino mestiere» è la cosiddetta «frase shock» riportata da diversi giornali e rilanciata poi in una lunga serie di post su Twitter e Facebook.  

Si tratta in realtà della sintesi di un discorso più articolato fatto dall’esponente del Movimento 5 Stelle durante l’edizione del 17 luglio del Tg2 Post, condotto da Luca Salerno. Verso la fine della puntata, l’inviato Stefano Fumagalli intervista Roberto Galli, ristoratore milanese, presidente di un’associazione di commercianti che rappresenta oltre cento attività nella zona dei Navigli. Galli lamenta il calo dell’80% fatturato, attribuendolo anche allo smart working che «ha tolto le persone dagli uffici», e chiede aiuto al Governo, soprattutto dal punto di vista economico. L’intervistatore chiede a Galli se le semplificazioni «di cui si parla tanto» abbiano aiutato i commercianti e la risposta è negativa.

A quel punto la viceministra sottolinea come il decreto Semplificazioni sia stato bollinato da poche ore, un modo per dire che gli effetti sulle attività economiche si vedranno più avanti e che la domanda, dunque, è quantomeno peregrina. Poi Castelli prosegue così: «Questa crisi ha spostato la domanda e l’offerta. Le persone hanno cambiato il modo di vivere e bisogna tenerne conto. Bisogna aiutare le imprese e gli imprenditori creativi a muoversi suoi nuovi business. Che sono quelli che sono nati, perché lo possiamo dire che sono nati».

Il conduttore la interrompe per dire che si tratta di effetti a lungo termine e che l'emergenza è immediata, ma Castelli prosegue col suo ragionamento: «Se una persona decide di non andare più a sedersi al ristorante bisogna aiutare l’imprenditore a fare magari un’altra attività, a non perdere l’occupazione e va sostenuto anche nella sua creatività, che magari ha visto che c’è un nuovo business che può affrontare». 

 

 

 

 

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