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Coronavirus: «Sempre più casi a bassa carica virale»

Un gruppo di esperti, tra i quali Arnaldo Caruso del Civile di Brescia, lo afferma in un documento congiunto
Personale dell'Istituto Zooprofilattico di Brescia impegnato nell'analisi dei tamponi di coronavirus - © www.giornaledibrescia.it
Personale dell'Istituto Zooprofilattico di Brescia impegnato nell'analisi dei tamponi di coronavirus - © www.giornaledibrescia.it
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I dati virologici mostrano «un costante aumento di casi con bassa o molto bassa carica virale» e «sono in corso studi utili a spiegarne la ragione». A dirlo, in un documento comune, dieci medici e ricercatori, tra cui Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, Alberto Zangrillo, direttore del reparto di Rianimazione dell'ospedale S. Raffaele di Milano, e Arnaldo Caruso, direttore del reparto di Microbiologia degli Spedali civili di Brescia.

Nella lettera gli esperti segnalano anche come da tempo «i dati clinici mostrino una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomi», e il ricovero in ospedale sia diventato «ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o paucisintomatici». Al momento la comunità «scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità delle persone asintomatiche o paucisintomatiche di trasmettere l'infezione».

A firmare il documento anche Matteo Bassetti, infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova, Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia del S. Raffaele, Luciano Gattinoni, direttore della Terapia intensiva del Policlinico di Milano, Donato Greco, consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Luca Lorini, direttore dell'Unità di Rianimazione dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Giorgio Palù, docente di Virologia dell'università di Padova e Roberto Rigoli, direttore del reparto di Microbiologia dell'ospedale di Treviso.

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