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Berlino, le prove con il tir e poi la strage. «Siamo in guerra»

Il ministro dell’Interno tedesco ha dichiarato: «Siamo in uno stato di guerra, anche se alcune persone non lo vogliono vedere»
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«Era come se qualcuno lo accendesse e spegnesse cercando di farlo andare», ha raccontato un dipendente. Un primo tentativo c’è stato alle 15:44, e poi nell’ora successiva non è successo più nulla. Un ulteriore tentativo, alle 16:52 e a quel punto il motore è rimasto acceso fino alle 17:37, ma il veicolo non si è mosso. 

Ci furono probabilmente altri tentativi, poi il tir che ha fatto strage a Berlino alle 19:34 ha cominciato a muoversi in direzione della capitale tedesca. Secondo il gestore della società, Lukasz Wasik, accendere il motore non era il tentativo di riscaldare la cabina di guida, perchè gli autisti hanno altri sistemi per farlo. «È come se qualcuno cercasse di imparare a guidare il veicolo e avesse difficoltà a farlo muovere».

Secondo le ultime ricostruzioni, il camion sarebbe stato usato da un immigrato pakistano arrivato nei mesi scorsi in Germania seguendo al rotta dei Balcani. Non ci sono però conferme ufficiali da parte delle autorità tedesche. L’autista del tir, dipendente della società di trasporti polacca di Ariel Zurawski, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco: il suo cadavere è stato rinvenuto a bordo del mezzo, l'uomo è stato identificato dal cugino, titolare della società di trasporti.

Le indagini sono in corso per ricostruire la dinamica dell’attacco. Il ministro dell’Interno Klaus Bouillon ha dichiarato: «Siamo in uno stato di guerra, anche se alcune persone non lo vogliono vedere». Bouillon ha altresì annunciato nuove misure per rafforzare la sicurezza.

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