Italia e Estero

Vigilessa uccisa: parte civile, 'quello di Sofia è femminicidio'

Una immagine di Sofia Stefani tratta dai social. "Il provvedimento adottato dal Gip non convince i familiari e leggere una motivazione che ipotizza la non ripetibilità di situazioni di pericolo in casa, poiché in ambiente domestico 'pressione e stress' per Gualandi non sarebbero configurabili, mi lascia perplesso come loro difensore". Lo dice l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei familiari di Sofia Stefani, la vigilessa uccisa dall'ex collega Giampiero Gualandi a cui il Gip ha concesso i domiciliari. FACEBOOK +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++
Una immagine di Sofia Stefani tratta dai social. "Il provvedimento adottato dal Gip non convince i familiari e leggere una motivazione che ipotizza la non ripetibilità di situazioni di pericolo in casa, poiché in ambiente domestico 'pressione e stress' per Gualandi non sarebbero configurabili, mi lascia perplesso come loro difensore". Lo dice l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei familiari di Sofia Stefani, la vigilessa uccisa dall'ex collega Giampiero Gualandi a cui il Gip ha concesso i domiciliari. FACEBOOK +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++
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BOLOGNA, 22 OTT - "L'omicidio trova causa nella relazione sentimentale e nel potere che vi esercitava Gualandi al suo interno, con promesse lavorative e la sua forza pubblica rispetto all'inferiorità lavorativa di Stefani. Se la posizione di potere ad un certo punto stava sfuggendo a Gualandi, io credo che quello di Sofia Stefani sia un femminicidio, ne ha tutte le caratteristiche". Lo ha detto l'avvocato di parte civile Andrea Gaddari, che assiste il Comune di Anzola dell'Emilia (Bologna), nel corso della sua arringa durante il processo, davanti alla Corte d'Assise, che vede imputato Giampiero Gualandi, 63enne ex comandante della Polizia Locale di Anzola, per l'omicidio volontario aggravato della collega Sofia Stefani, 33 anni, con cui aveva una relazione extraconiugale. Stefani è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi nell'ufficio dell'uomo, al comando di Anzola. Per la difesa dell'imputato si è trattato di un colpo partito accidentalmente durante una colluttazione, mentre per la Procura Gualandi ha ucciso Stefani intenzionalmente. "Anzola ha rischiato di subire l'effetto Avetrana - ha sottolineato Gaddari - di essere ricordata solo per questo omicidio. Gualandi utilizzava la Stefani attraverso la vertenza di lei con la pubblica amministrazione, per rafforzare la propria posizione e indebolire la stessa pubblica amministrazione. Inoltre, utilizzava la promessa di assicurare a Sofia il lavoro al comando della polizia locale di Anzola (le aveva fatto credere che sarebbe diventata la sua vicecomandante, ndr) per tenerla vicino a sé e moderare i toni della reazioni di Sofia nei suoi confronti. Sofia era alla mercé di Gualandi, si era creata una sudditanza verso di lui". Per Gaddari "quest'uomo non merita la nostra fiducia, perché il signor Gualandi ha mentito a tutti, alla moglie, a Sofia Stefani, al 118, agli inquirenti, nel suo esame, quando ha detto che la relazione con Sofia è finita il 30 aprile, salvo imbarazzarsi di fronte a alle foto di maggio che spiegano come la relazione sentimentale andasse avanti". Il legale ha chiesto un risarcimento di 50mila euro per il Comune di Anzola.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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