Italia e Estero

Valditara, Gramsci diceva 'il Latino insegna a studiare'

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ROMA, 17 DIC - "Le nuove Indicazioni nazionali che, tra l'altro, sono state approvate dopo un lungo percorso di approfondimento e di consultazione anche del mondo della scuola, del mondo del sindacato e delle associazioni, e che ha coinvolto numerosi e qualificati esperti, sono una risposta ad alcuni problemi reali della scuola italiana e definiscono un cambiamento importante per garantire apprendimenti di sempre maggiore qualità in grado di affrontare le sfide del presente e le sfide del futuro". Così il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in question time alla Camera, rispondendo ad una interrogazione della Lega. "Voglio innanzitutto ricordare - ha detto il ministro - il cambiamento profondo per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento della storia, in particolare nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado. Si mette al centro la storia dell'Occidente. Per sapere dove vogliamo andare, dobbiamo anche sapere da dove veniamo, qual è la nostra identità, quali sono i valori di una civiltà che è una civiltà universale che ha dato valori importanti come quelli di democrazia e libertà al mondo intero". Poi, ha proseguito, "c'è il tema dell'intervento strutturale sull'italiano. Rafforziamo la grammatica, la sintassi, interveniamo sulle poesie a memoria per rafforzare la memoria dei nostri giovani, per garantire loro quel patrimonio di bellezza, di immagini, di sensibilità, anche di espressioni, che arricchiscono certamente la loro personalità. Poi interveniamo sulla calligrafia, sul corsivo, perché anche questo è un indice di rispetto, di regola che entra nella espressione grafica direttamente". "Interveniamo sul latino alle medie - ha sottolineato - proprio perché, come diceva Gramsci, il latino insegna a studiare, perché rappresenta l'ordine logico, rappresenta il ragionamento logico, e poi è un patrimonio di valori importanti. Introduciamo la storia della musica per la prima volta nella scuola elementare, modifichiamo l'insegnamento della geografia perché è importante saper collocare e definire, dal punto di vista anche fisico, i fiumi, i monti. Pensate che ci sono indagini da cui risulta che alcuni giovani non sanno neanche situare il fiume Po. Ma interveniamo anche sulla matematica e sulle materie Stem partendo dalla realtà per arrivare alla teoria. E poi interveniamo pure sulla educazione alle relazioni, al rispetto, all'empatia affettiva e relazionale. Insomma, con buona pace di chi ci critica, per la prima volta facciamo noi una vera educazione affettiva".

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