Italia e Estero

Un migliaio di bresciani a Pontida per il raduno della Lega: «Concreta l'intesa con Le Pen»

Centomila sostenitori del Carroccio si sono ritrovati nella Bergamasca. Gli amministratori bresciani confermano la fiducia a Matteo Salvini
  • Tra i 100mila a Pontida per il raduno della Lega anche un migliaio di bresciani
    Tra i 100mila a Pontida per il raduno della Lega anche un migliaio di bresciani
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  • Tra i 100mila a Pontida per il raduno della Lega anche un migliaio di bresciani
    Tra i 100mila a Pontida per il raduno della Lega anche un migliaio di bresciani
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«Pontida è sempre Pontida, esserci è importante perché la Lega è una comunità». Nel pratone del raduno 2023 - che ha visto salire sul palco come ospite d’onore la leader del Rassemblement National Marine Le Pen - non è mancata la pattuglia bresciana. Dieci i pullman che dalla nostra provincia sono partiti per consentire ai militanti di partecipare all’annuale appuntamento della Lega, ma tante anche le persone che si sono mosse in autonomia: una rappresentanza, quella di casa nostra, che nel momento clou ha superato il migliaio di persone.

Apprezzamento bresciano

Dal Garda alla Bassa, dalla città alla Valcamonica, gli amministratori bresciani hanno apprezzato «la concretezza dell’intesa con Le Pen», specie perché il tema europeo non ha oscurato i cavalli di battaglia che fanno parte del dna leghista: l’Autonomia, la necessità di modificare la legge Fornero, la tutela della famiglia e dei lavoratori. In molti sono convinti che «il governo non durerà cinque, ma dieci anni» e che «il Capitano saprà fare valere i principi del partito, perché sono i principi su cui è nata la Lega».

Applausi anche per le parole del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che dal palco ha scandito: «Chi non vuole l’Autonomia dimostra solo paura di avere responsabilità maggiori oppure che non è in grado di amministrare i propri territori».

Il nodo Le Pen

Ma schierandosi con Le Pen, la Lega non rischia di rimanere isolata e di incrinare i rapporti con gli alleati proprio durante le trattative politiche per la grande tornata delle Amministrative? Secondo la pattuglia bresciana «assolutamente no», perché «siamo assolutamente coerenti con il messaggio che ci ha sempre contraddistinto. Le Pen ci interessa a livello europeo – specifica la segretaria provinciale Roberta Sisti –, ma a livello locale siamo autonomisti e territoriali».

In effetti, quella proposta davanti al pratone della Bergamasca è una dichiarazione di alleanza, stretta attorno alle invocate «legalità» e «libertà» proprio in chiave europea. A Pontida il capitano della Lega Matteo Salvini e l’ospite d’onore Marine Le Pen gettano un ponte verso un obiettivo comune, che sul fronte del Vecchio Continente si impernia sull’identità culturale, sul contrasto all’immigrazione e sull’opposizione alle sinistre.

«Io Pontida e Giorgia a Lampedusa, obiettivo comune»

La presenza della Le Pen non aveva mancato di sollevare prima dell’annuale appuntamento orobico perplessità, e non solo dall’opposizione. Salvini chiarisce subito che la tenuta dell’esecutivo è fuori discussione e che la scelta è tutt’altro che da leggere come segnale di incrinature tra gli alleati di maggioranza. «Provano a dire che questa splendida Pontida sarà un problema per il governo. Ma io dico che è vero l'esatto contrario: la Lega è garante del fatto che questo governo durerà per tutti e cinque gli anni, non un minuto di meno. Matteo a Pontida e Giorgia a Lampedusa sono la sintesi di un obiettivo comune: non riusciranno a dividerci».

«Una dichiarazione dei popoli»

La Le Pen dalla sua loda l’operato della Lega e mette in guardia dall’«ondata migratoria organizzata: guai a chi non comprende gli allarmi di Lampedusa» tuona dal palco di Pontida la leader d’Oltralpe, annunciando di aver «presentato ufficialmente in Francia una dichiarazione dei diritti dei popoli e delle nazioni. Mi sembra urgente proclamare a gran voce che queste comunità naturali costituite dai popoli e dalle nazioni proteggono gli esseri umani e le civiltà. Oggi vengono messe in discussione da organizzazioni sovranazionali ideologiche o da entità commerciali globalizzate. Questa dichiarazione sarà uno strumento in più per la comunità internazionale al servizio della pace. Pur rivolgendosi a tutti, per noi europei sarà lo strumento per rimettere l'Unione Europea al suo posto, lo strumento per riprendere il controllo perché noi vogliamo più che ci impongano politiche che non abbiamo scelto. «Sappiate, amici italiani della Lega, che noi abbiamo bisogno di voi. L'Europa che noi vogliamo ricostruire di voi ha bisogno di voi. Ha bisogno della vostra energia, della vostra esperienza e soprattutto della vostra determinazione. Questa determinazione incontrerà la nostra per far trionfare la vera Europa e fare del nostro continente una terra dove i nostri figli saranno felici di vivere». La chiusa è di quelle che infervorano il popolo verde: «Viva l'Italia, viva la Lega, viva il Capitano, viva l'Europa delle nazioni».

L’adesione di Salvini

Alla Dichiarazione dei popoli e delle nazioni Salvini fa sapere con una nota di aver già aderito: «In Francia mai con Macron, sempre con Le Pen» restituisce l’omaggio all’alleata d’Oltralpe. E in chiusura saluta i 100mila accorsi, stando alle stime, dando fuoco alle polveri: «Noi siamo la grande Lega e per me voi siete la vita. Grazie dal profondo del cuore e viva i difensori di ogni libertà. Andiamo a vincere».

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