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Ucraina, Seul: 600 i soldati di Pyongyang morti finora per Mosca

epa11691983 The Democratic People's Republic of Korea (DPRK)’s National flag waves on the embassy building in Moscow, Russia, 30 October 2024. North Korean state news agency KCNA and Russian officials on 30 October confirmed that North Korean Foreign Minister Choe Son Hu was traveling to Moscow after arriving in Vladivostok the previous day. Choe's visit comes after NATO joined Seoul, Washington and Kyiv in confirming Pyongyang's deployment of troops to Russia's Kursk region on the border with Ukraine. EPA/YURI KOCHETKOV
epa11691983 The Democratic People's Republic of Korea (DPRK)’s National flag waves on the embassy building in Moscow, Russia, 30 October 2024. North Korean state news agency KCNA and Russian officials on 30 October confirmed that North Korean Foreign Minister Choe Son Hu was traveling to Moscow after arriving in Vladivostok the previous day. Choe's visit comes after NATO joined Seoul, Washington and Kyiv in confirming Pyongyang's deployment of troops to Russia's Kursk region on the border with Ukraine. EPA/YURI KOCHETKOV
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SEUL, 30 APR - Circa 600 soldati nordcoreani sono stati uccisi combattendo a fianco delle forze russe nella guerra contro l'Ucraina, ha affermato oggi un parlamentare ed esperto di intelligence sudcoreano. "Finora le perdite di truppe nordcoreane sono stimate a circa 4.700, di cui circa 600 morti", ha dichiarato ai giornalisti il deputato Lee Seong-kweun, membro della commissione parlamentare per l'intelligence, dopo un briefing con le autorità militari di Seul. Tra gennaio e marzo circa 2.000 soldati feriti sono stati rimpatriati in Corea del Nord in aereo e in treno e si ritiene che siano in isolamento a Pyongyang e in altre parti del Paese, ha affermato Lee. Per quanto riguarda i morti i loro corpi sono stati cremati in Russia e le loro ceneri sono state rimpatriate in Corea del Nord, ha detto il deputato di Seul. "La Corea del Nord ha sostenuto la riconquista di Kursk da parte della Russia schierando 18.000 soldati in due fasi. Da marzo, quando Kursk è stata effettivamente riconquistata, il numero di scontri è diminuito", ha spiegato il parlamentare sudcoreano. Secondo lui, "non si può escludere del tutto la possibilità di una terza fase", anche se Pyongyang non ha ancora dato alcun segnale che lasci intendere inviare nuove truppe in Russia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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