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Ucciso e fatto a pezzi: carabinieri di nuovo nella villetta

La casa in cui Alessandro Venier è stato trovato morto, fatto a pezzi, nella cantina della propria abitazione. Gemona 31 luglio 2025. ANSA/Sara Palluello
La casa in cui Alessandro Venier è stato trovato morto, fatto a pezzi, nella cantina della propria abitazione. Gemona 31 luglio 2025. ANSA/Sara Palluello
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TRIESTE, 18 SET - È durato oltre 4 ore il nuovo sopralluogo dei carabinieri del comando provinciale di Udine nella villetta dell'orrore di Gemona dove è stato ucciso e fatto a pezzi, dalla mamma e dalla compagna, Alessandro Venier, di 35 anni. I primi ad entrare sono stati gli artificieri che hanno bonificato l'immobile per scongiurare la presenza di ordigni bellici, di cui la vittima era un collezionista. Gli investigatori - e i legali delle due indagate, assieme ad alcuni periti di parte - hanno verificato l'eventuale presenza di tracce biologiche per corroborare le dichiarazioni di Lorena Venier. Lo scorso 12 agosto gli uomini del Ris avevano già raccolto i reperti sulla scorta della prima ricostruzione e della confessione della mamma della vittima. L'indagine - che resta complessa nonostante la circostanziata ricostruzione di una delle indagate - attende ora l'esito dell'autopsia per confermare o meno la dinamica della mattanza: Alessandro sarebbe stato ucciso per strangolamento con i lacci degli scarponi ma i consulenti della difesa della compagna Mailyn hanno lasciato intendere che non ci sarebbero segnali evidenti sul cadavere che possano confermare questa come la causa della morte. In precedenza le due donne avevano provato a soffocarlo con un cuscino e prima ancora avvelenarlo con un sedativo e due dosi di insulina. Nei prossimi giorni è attesa la prima versione di Mailyn, che fino ad ora non ha mai parlato avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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