Trump voleva mettere i coccodrilli al confine col Messico

Privatamente, Donald Trump ha parlato spesso di fortificare il muro al confine col Messico con una trincea d'acqua di serpenti e coccodrilli. E dopo aver suggerito che i soldati sparassero ai migranti se tiravano pietre, fece marcia indietro quando gli fu spiegato che era illegale, ma poi in un incontro suggerì che sparassero alle gambe. Lo rivela il New York Times citando una dozzina di dirigenti Usa.
Inoltre, in una riunione nello studio Ovale, scrive sempre il quotidiano, ordinò ai più stretti collaboratori di chiudere l'intero confine di 2000 km col Messico entro il mezzogiorno del giorno dopo.
L’articolo esce nei giorni in cui il presidente degli Stati Uniti è nei guai per la telefonata al presidente ucraino Zelensky in cui chiedeva aiuto a investigare sul suo possibile rivale alle elezioni, Joe Biden, e sul figlio, in cambio del mantenimento degli aiuti militari.
Il quadro della vicenda, su cui è stata aperta un’inchiesta per un possibile impeachment, va allargandosi e complicandosi di giorno in giorno: è emerso infatti che anche l'attorney general William Barr e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno partecipato ai contatti fra Trump e almeno quattro Paesi stranieri, Italia compresa, per riscrivere la storia delle elezioni 2016 smontando il Russiagate. L’obiettivo del presidente Usa era trovare prove per screditare l’inchiesta del procuratore Robert Muller, dimostrando che alla base c’era una cospirazione contro di lui e che i russi, in realtà, non avevano favorito la sua elezione tre anni fa.
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