Italia e Estero

Troppi tranquillanti a pazienti, interdette due infermiere

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ROMA, 19 DIC - Sono state interdette per otto mesi le due infermiere, all'epoca in servizio all'ospedale di Lavagna, indagate perché accusate di dare tranquillanti ai pazienti per potere dormire durante il turno di notte. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Matteo Buffoni. Il pm Giuseppe Longo aveva chiesto gli arresti domiciliari per le due donne (difese dagli avvocati Pietro Bogliolo e Giovanni Roffo). Secondo il giudice, le due infermiere usavano un vero e proprio "modus operandi" che andava avanti da mesi. Dalle indagini è emersa "una personalità incline alla violazione delle regole e alla sopraffazione dei soggetti fragili" che potrebbe fare reiterare il reato se continuassero a esercitare al momento la professione. L'inchiesta era partita dopo la segnalazione ai carabinieri da parte della direzione sanitaria (assistita dall'avvocato Giuseppe Maria Gallo). Alcuni medici avevano ricevuto degli esposti anonimi in cui venivano descritti i comportamenti delle due. Grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche erano emersi almeno quattro episodi. Ma non solo: le due infermiere avrebbero non somministrato le terapie salvavita, trattato male i pazienti e creato una chat dove si scambiavano le foto dei pazienti non puliti e non cambiati. A maggio era scattato un blitz dei carabinieri in ospedale. I pazienti che erano stati sottoposti ad analisi del sangue alla ricerca di tracce di benzodiazepine erano cinque. Secondo l'ipotesi investigativa, le due donne davano i tranquillanti alle persone più problematiche in modo tale da non doverle gestire durante il turno di notte e potere così riposare. Le due dipendenti, italiane, sono accusate di sequestro di persona, abbandono di persona incapace, esercizio abusivo della professione e peculato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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