Italia e Estero

'Troppe liberalizzazioni', la Lega chiede limiti ai barbieri

epa09045294 Owner Rene Hartig of 'Capelli Connection - Hartig & Messina' serves a client in his hair salon in Duisburg, Germany, 01 March 2021. Hairdressers are allowed to reopen from 01 March 2021 under strict conditions. Hair salons have been closed since mid-December due to the corona pandemic, and they had to shut down once before in the spring of 2020. In the meantime, the businesses were only allowed to open under strict conditions - this time, too, the preparations are based on a strict hygiene concept. After three months of closure, Hartig and his hairdresser colleagues are fully booked until the end of April. EPA/SASCHA STEINBACH
epa09045294 Owner Rene Hartig of 'Capelli Connection - Hartig & Messina' serves a client in his hair salon in Duisburg, Germany, 01 March 2021. Hairdressers are allowed to reopen from 01 March 2021 under strict conditions. Hair salons have been closed since mid-December due to the corona pandemic, and they had to shut down once before in the spring of 2020. In the meantime, the businesses were only allowed to open under strict conditions - this time, too, the preparations are based on a strict hygiene concept. After three months of closure, Hartig and his hairdresser colleagues are fully booked until the end of April. EPA/SASCHA STEINBACH
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ROMA, 31 OTT - Una sforbiciata ai barbieri contro la "liberalizzazione indiscriminata". È il senso della proposta di legge dalla Lega alla Camera, che punta a un "contingentamento progressivo del numero di abilitazioni professionali" per le attività di "acconciatore, barbiere e parrucchiere che possono essere conseguite in ciascun comune, al fine di tutelare la concorrenza leale, garantire l'equilibrio dell'offerta sul territorio e incentivare la qualità professionale e l'innovazione". Il testo, firmato dal capogruppo Riccardo Molinari e altri deputati leghisti, prevede che il Ministero delle imprese e del Made in Italy stabilisca il limite massimo delle abilitazioni conseguibili in ciascun comune ogni anno, per i prossimi cinque, tenendo contro della densità degli esercizi commerciali attivi, della popolazione residente e del flusso turistico. Lo stesso ministero, secondo la proposta, definisce i criteri di valutazione delle richieste considerando qualifiche professionali, esperienze documentate e grado di innovazione e specializzazione dei servizi proposti. Sempre il Mimit deve adottare un Piano nazionale di riduzione del numero degli esercenti, da aggiornare ogni tre anni, con incentivi alla cessazione volontaria dell'attività, progetti di riconversione e riqualificazione professionale, e sospensione degli iter di abilitazione nei comuni ad elevata densità di barbieri e parrucchieri già attivi, con possibili deroghe in zone montane, rurali o con carenza di servizi. Infine si prevedono sanzioni più dure, da 5mila a 50mila euro, per chi svolge il mestiere senza abilitazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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