Torino, a Palazzo Civico la mostra 'Com'eri vestita?'

TORINO, 19 NOV - La signora non vedente in tailleur grigio e camicia bianca violentata da un collega che le ha sussurrato "sei una povera cieca". La ragazza in pantaloni e maglione a collo alto aggredita da un amico di famiglia "borghese, intellettuale, impegnato nel sociale". L'addetta dell'impresa di pulizie, con indosso il grembiule, assalita dal suo datore di lavoro. La quindicenne con il vestito a fiori per la festa del paese, vittima di un amico dei genitori che dopo la violenza ha continuato ridere, scherzare e ballare. La ragazzina che ha trovato l'orco nello zio e che si è sentita chiedere se lo abbracciava spesso, se teneva le gambe composte quando giocava e come fosse vestita. Domande alle quali non ha mai risposto, per vergogna. Sono alcune delle drammatiche storie raccontate in 'Com'eri vestita?', la mostra promossa da Amnesty International arrivata oggi a Palazzo Civico a Torino. Una dozzina di vestiti, che si rifanno agli originali indossati dalle vittime al momento della violenza, per dire basta alla colpevolizzazione delle vittime. "Nel corso del nostro mandato - ha detto la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, all'inaugurazione della mostra - molta è stata l'attenzione che l'assemblea ha dedicato ai temi di genere e della violenza di genere. La domanda che dà il titolo alla mostra smonta in un modo quasi spiazzante uno degli alibi della violenza, uno di quelli più duri a morire. Una narrazione stereotipata, di cui la mostra rende esplicita l'assurdità". Una violenza, ha concluso, "che non è emergenziale ma strutturale, frutto di una pianta che si nutre di stereotipi, di disuguaglianze, di ruoli imposti e discriminazione e come istituzioni abbiamo il dovere di agire su questo contesto".
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