Italia e Estero

Stragi Palermo, gip archivia inchiesta pentito Avola

Maurizio Avola, uno dei due piu' noti " pentiti " catenesi SALVATORE RAGONESE / ANSA
Maurizio Avola, uno dei due piu' noti " pentiti " catenesi SALVATORE RAGONESE / ANSA
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CATANIA, 04 NOV - "Le dichiarazioni eteroaccusatorie nei confronti di altri indagati" fatte dal pentito Maurizio Avola sulle stragi di Capaci e di via D'Amelio "non sono riscontrate" e "pertanto deve disporsi l'archiviazione" dei boss di Cosa nostra nostra di Catania accusati dal collaboratore: Aldo Ercolano, Marcello D'Agata ed Eugenio Galea, con quest'ultimo indagato solo per l'attento in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Lo scrive il gip di Caltanissetta, Santi Bologna, nel decreto di archiviazione dell'inchiesta, che era stata sollecitata dal procuratore Salvatore de Luca e dall'aggiunto Pasquale Pacifico che nella richiesta avevano scritto come "quanto emerso non può che far propendere per la totale falsità del narrato". Nel provvedimento il gip "rammenta come Avola sia stato sottoposto a un'attività di intercettazione lunga e pervasiva, ma le captazioni effettuate 'non hanno consentito di accertare se e in che misura le sue dichiarazioni siano state etero-dirette". Il giudice sottolinea la "corposissima attività svolta per cercare di verificare le dichiarazioni di Avola" e che "la ricerca nella verifica del racconto è stata svolta a tutto tondo e tutti i temi di prova che potevano riscontrare, in senso positivo o negativo, sono stati oggetto d'analisi". Il gip segnala "una serie di elementi che incidono nelle credibilità generale del dichiarante". E cita, tra gli altri, "la tardività nella scelta di collaborativa" e la "difficile lettura delle motivazioni interne che lo hanno spinto ad aprirsi". Sulle strage di Capaci, rileva il giudice, Avola ha fatto "dichiarazioni generiche, e nessun elemento specifico porta a una sua partecipazione diretta o di altri soggetti catanesi alla fase preparatoria" dell'attentato. Sulla strage di via D'Amelio, in cui il pentito del clan Santapaola si chiama in correo nell'esecuzione materiale con Aldo Ercolano, Giuseppe e Filippo Graviano e Matteo Messina Denaro, il gip osserva che ci "sono molteplici ragioni per cui il narrato di Avola non può considerarsi né riscontrato né attendibile" e in alcuni punti è anche "contraddittorio".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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