Italia e Estero

Sono passati 20 anni dal disastro aereo di Linate

La strage fece 118 vittime, tra cui quattro bresciani. Oggi la commemorazione con una messa al Bosco dei Faggi di Milano
  • Alcune immagini della strage di Linate
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Dopo il minuto di silenzio osservato questa mattina alle 8:10 in tutti gli aeroporti, Milano ha reso omaggio alle 118 vittime della strage di Linate, nel ventennale dalla tragedia avvenuta l'8 ottobre 2001, con una messa celebrata dall'arcivescovo Mario Delpini al Bosco dei Faggi di Milano, il luogo a perenne memoria delle persone che morirono nello schianto, il più grave disastro aereo della storia italiana, fra un Cessna e un velivolo della Scandinavian Airlines in fase di decollo.

Proprio lì sono stati letti i nomi delle vittime prima di osservare un minuto di silenzio. Ed è stata stata poi deposta una corona di fiori, mentre dei bambini hanno fatto volare delle farfalle. «È imprescindibile per le istituzioni salvaguardare e rafforzare il capitale della fiducia su cui si basa la nostra società», ha detto Moratti che ha ringraziato il comitato 8 ottobre e gli altri familiari per avere trasformato uno «straziante dolore in impegno civile» per la sicurezza aerea, in modo che incidenti di questo tipo non accadano più.

Secondo il sindaco Giuseppe Sala, che ha ricordato un amico perso nel disastro, «la società civile può portare al cambiamento e questo c'è stato, è il mio invito è ad andare avanti e proseguire. È un dolore con cui si può solo convivere, la comunità milanese è riconoscente e ricorderà sempre questa tragedia».

«Le cicatrici sono il segno che è stata dura e il sorriso è il segno che ce l'hai fatta» ha spiegato Adele Scarani Pesapane, presidente del Comitato 8 ottobre, che perse 20 anni fa nell'incidente aereo di Linate il marito Maurizio.

Nel corso della predica l'arcivescovo di Milano, il Monsignor Mario Delpini ha detto: «Nei giorni dei capricci e delle favole, le tragedie sono cronaca di qualche giorno, si cerca rimedio alla tristezza con la distrazione, i maestri del momento insegnano a inseguire il vento e a entusiasmarsi per il nulla, i prodotti da vendere o comprare occupano i pensieri più della vita o della morte. L'animo delle persone si riempie di ambizioni, invidie e mormorazioni e non trovano modo di far entrare la magnanimità e la sapienza. Non vogliamo - ha continuato Delpini- che i capricci e le favole cancellino il ricordo delle vittime» ha concluso.

Tanta nebbia, errori e la collisione: cosa accedde l'8 ottobre 2001

L'8 ottobre del 2001 su Linate c'era nebbia e non si vedeva a 50 metri. L'aeroporto doveva essere chiuso. Fu una collisione al suolo, uno scontro fra aerei e poi lo schianto di uno di questi sul deposito bagagli. L'8 ottobre del 2001, alle 8.10, un McDonnell Douglas MD-87, ovvero il volo SK 686 della compagnia scandinava SAS, con 104 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio, era in fase di decollo sulla pista dell'aeroporto milanese di Linate. Nello stesso momento, un aereo privato, un Cessna Citation con a bordo due membri dell'equipaggio e due passeggeri, diretto a Parigi, viene autorizzato dalla torre di controllo ad imboccare la pista «Romeo 5». Il Cessna sbaglia e imbocca la «Romeo 6». Non è solo una questione di numeri: la Romeo 5 circumnaviga la pista di decollo, la Romeo 6 la attraversa. E il Cessna, forse per colpa della fitta nebbia, finisce sulla pista occupata dall'MD-87, carico di carburante e con i motori al massimo. I due aeromobili si urtano e dopo lo scontro, quello della Sas non riesce a completare la fase di decollo e finisce per schiantarsi contro il deposito bagagli dislocato in fondo, sul prolungamento della pista.

Le vittime, quattro sono bresciani

Muoiono in 118: 106 passeggeri (48 italiani e 56 stranieri) e 6 membri dell'equipaggio del MD-87; i 4 occupanti del Cessna; 4 operai della Sea. E un dipendente della Sea è l'unico superstite del disastro, Pasquale Padovano, sottoposto da quel giorno a innumerevoli interventi chirurgici. Alle 118 persone che persero la vita quell'8 ottobre a Linate, è stato dedicato il «bosco dei faggi» all'interno del Parco Forlanini di Milano: inaugurato il 24 marzo 2002, ospita 118 piccoli faggi di diverse varietà, uno per ogni vittima. 

  • Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
    Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
  • Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
    Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
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    Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
  • Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
    Le vittime bresciane: Filippo Pedraroli, Giambortolo Bettoni, Luigi Motta, Luigi Mussida
Nella strage di Linate persero la vita anche quattro brescianiGigi Motta, 56 anni. Consulente 56enne, orceano. Lasciò la moglie Ivana e due figlie. Luigi Mussida, 54 anni di Orzinuovi, era proprietario della Nuova Odo. Gianbortolo Bettoni, direttore d'azienda 34enne era di Capriolo, sposato e con una figlia. Filippo Predaroli, 31 anni era originario di Gavardo, abitava a Desenzano con la moglie.

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