Italia e Estero

Sindaco non concede cittadinanza a kosovaro per esame lettura

La facciata di Palazzo Chigi illuminata con i colori della Bandiera Italiana per tutto il periodo dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19. Un'iniziativa, inaugurata in coincidenza con il 159° anniversario dell'Unità d'Italia, che vuole testimoniare i valori dell'unità, della responsabilità e della solidarietà che in questo momento accomunano l'Italia tutta, Roma, 18 marzo 2020. ANSA/FILIPPO ATTILI - uff. stampa palazzo Chigi
La facciata di Palazzo Chigi illuminata con i colori della Bandiera Italiana per tutto il periodo dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19. Un'iniziativa, inaugurata in coincidenza con il 159° anniversario dell'Unità d'Italia, che vuole testimoniare i valori dell'unità, della responsabilità e della solidarietà che in questo momento accomunano l'Italia tutta, Roma, 18 marzo 2020. ANSA/FILIPPO ATTILI - uff. stampa palazzo Chigi
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LECCO, 28 MAG - Il sindaco di Pescate (Lecco), Dante De Capitani, non ha concesso la cittadinanza a un cittadino di origine kosovara residente in paese da anni. Il motivo, secondo quanto sostenuto dal primo cittadino: l'uomo, al momento di leggere il testo per ottenere la cittadinanza italiana, non è riuscito a pronunciare una sola parola. Il kosovaro ha residenza in Italia da 10 anni, documenti in regola e approvati anche dalla Prefettura. Il sindaco si è rifiutato di firmare il decreto. "Sono intervenuto - ha spiegato De Capitani- e ho potuto constatare che, nonostante le certificazioni del corso di italiano frequentato, l'uomo non era in grado di leggere e nemmeno di pronunciare una singola parola nella nostra lingua. Rispondevano per lui la moglie e i figli. Ho chiesto loro come fosse possibile che una persona che risiede nel nostro Paese da dieci anni, che lavora qui, che ha una famiglia che parla italiano, non fosse in grado di dire una sola parola nella nostra lingua. Eppure, la certificazione dimostrava che avesse seguito i corsi necessari. I familiari hanno detto che ciò era dovuto al fatto che parlava solo con i colleghi e i parenti kosovari".

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