Italia e Estero

Sequestrate opere d'arte Caffè Greco a Roma

Una veduta interna dell'Antico Caffe' Greco, Roma 15 ottobre 2019. Lo storico Caffè Greco, in via dei Condotti 86 a Roma, dovrebbe essere chiuso per sfratto il 22 ottobre prossimo. Per questo l'associazione Roma Tiberina, che si batte, con Italia Nostra e altre associazioni perché il Caffè Greco continui la sua attività storica, ha organizzato una Maratona culturale nella Sala Rossa del Caffè Greco, dove saranno svolte manifestazioni a partire da domani Mercoledì 16 dalle ore 17 fino alla data prevista per la minacciata chiusura, Martedì 22. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Una veduta interna dell'Antico Caffe' Greco, Roma 15 ottobre 2019. Lo storico Caffè Greco, in via dei Condotti 86 a Roma, dovrebbe essere chiuso per sfratto il 22 ottobre prossimo. Per questo l'associazione Roma Tiberina, che si batte, con Italia Nostra e altre associazioni perché il Caffè Greco continui la sua attività storica, ha organizzato una Maratona culturale nella Sala Rossa del Caffè Greco, dove saranno svolte manifestazioni a partire da domani Mercoledì 16 dalle ore 17 fino alla data prevista per la minacciata chiusura, Martedì 22. ANSA/GIUSEPPE LAMI
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ROMA, 23 SET - Sequestrate opere d'arte di rilevante pregio, sottoposte a vincolo culturale e dichiarate di interesse culturale particolarmente importante, che si trovavano nello storico Caffè Greco, al centro di Roma. Si tratta di dipinti, sculture, oggetti di antiquariato di grande valore e simbolo della Roma settecentesca che sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, con la collaborazione del personale della Soprintendenza Speciale Abap, al termine di un'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giovanni Conzo e del sostituto Claudio Santangelo. Secondo quanto si apprende, il provvedimento è scattato in seguito ad accertamenti eseguiti dai carabinieri del TPC dai quali è emerso che l'attuale locatario dell'immobile, sede del caffè, aveva rimosso le opere trasportandole in due distinti depositi senza ottenere il consenso della Soprintendenza di Roma, mettendoli a rischio e violando la disciplina contenuta nel Codice di beni culturali e del paesaggio.

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