Italia e Estero

Schettino, semilibertà potrebbe essere in Vaticano

L'avvocato Paola Astarita, il professor Pasquale De Sena, l'avvocato Saverio Senese, l'avvocato Irene Lepre e l'avvocato Donato Laino alla conferenza stampa a Napoli del collegio difensivo di Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia agli arresti perchè ritenuto responsabile del naufragio della nave nel quale morirono 32 persone, 29 marzo 2018. Una vicenda processuale che presenta ''sintomi di iniquità''. Caratterizzata da una campagna mediatica che avrebbe condizionato il processo, soprattutto quello di primo grado, dalla deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito (con l'assegnazione del giudizio di appello a una sezione della Corte scelta ''ad hoc'') e da una sostanziale iniquità dell'intero procedimento. Sono i punti salienti del ricorso alla Corte europea di Strasburgo presentato dai legali di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della nave da crociera avvenuto nelle acque dell'Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. ANSA / CIRO FUSCO
L'avvocato Paola Astarita, il professor Pasquale De Sena, l'avvocato Saverio Senese, l'avvocato Irene Lepre e l'avvocato Donato Laino alla conferenza stampa a Napoli del collegio difensivo di Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia agli arresti perchè ritenuto responsabile del naufragio della nave nel quale morirono 32 persone, 29 marzo 2018. Una vicenda processuale che presenta ''sintomi di iniquità''. Caratterizzata da una campagna mediatica che avrebbe condizionato il processo, soprattutto quello di primo grado, dalla deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito (con l'assegnazione del giudizio di appello a una sezione della Corte scelta ''ad hoc'') e da una sostanziale iniquità dell'intero procedimento. Sono i punti salienti del ricorso alla Corte europea di Strasburgo presentato dai legali di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della nave da crociera avvenuto nelle acque dell'Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. ANSA / CIRO FUSCO
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ROMA, 04 MAR - Nel caso in cui i giudici dovessero accettare la richiesta di semilibertà presentata da Francesco Schettino - la decisione è stata rimandata al prossimo 8 aprile - l'ex comandante della Costa Concordia potrebbe avere un contratto di lavoro con la Fabbrica di San Pietro per occuparsi della digitalizzazione del patrimonio culturale. Secondo quanto si apprende, il Vaticano ha aderito al progetto dell'associazione "Seconda Chance" per consentire il lavoro all'esterno del carcere per i detenuti ammessi alla semilibertà. Il protocollo firmato tra associazione e Vaticano prevede il lavoro all'esterno dell'istituto di pena come strumento per il reinserimento nella società dei detenuti. Schettino, che avrebbe un regolare orario di lavoro dal lunedì al venerdì, non è comunque l'unico detenuto del carcere di Rebibbia ad usufruire di questa opportunità in Vaticano. Una decisione è attesa comunque per il prossimo 8 aprile, quando ci sarà la nuova udienza per valutare la richiesta di semilibertà presentata da Schettino, condannato a 16 anni di reclusione nel 2017, di cui oltre la metà già espiata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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