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Sabato gli psichiatri a lutto,un anno fa uccisa Barbara Capovani

Un momento dell'osservazione dei due minuti di silenzio degli operatori del dipartimento di salute mentale davanti al reparto di Psichiatria sociale dell'ospedale Santa Chiara di Pisa per rendere omaggio alla collega uccisa, 24 Aprile 2023. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
Un momento dell'osservazione dei due minuti di silenzio degli operatori del dipartimento di salute mentale davanti al reparto di Psichiatria sociale dell'ospedale Santa Chiara di Pisa per rendere omaggio alla collega uccisa, 24 Aprile 2023. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
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ROMA, 19 APR - Aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. E' quanto continua a chiedere Società Italiana di Psichiatria che, per ricordare Barbara Capovani uccisa un anno fa da un paziente all'esterno dell'ospedale in cui lavorava, sabato indosserà il lutto al braccio al lavoro. Nonostante le fiaccolate con migliaia di psichiatri e operatori sanitari nelle più importanti piazze d'Italia, lettere, interviste e appelli alle Istituzioni e al Presidente della Repubblica "fino ad oggi - denuncia la Sip - non è stata ottenuta nessuna risposta concreta". "Per un tema - sottolinea - che si allarga a tutto l'ambito medico: secondo l'Inail, ogni anno sono oltre 2 mila i casi di violenza in sanità. Seimila nel triennio 2020-2022, con un incremento del 14% sul triennio precedente". Di tutti questi, secondo i dati di Anaao-Assomed, il 34% avviene in ambito psichiatrico con un 21% al pronto soccorso. Tra le problematiche aperte l'abolizione della Circolare Lamorgese sul divieto di intervento delle forze dell'ordine negli ambiti di pronto soccorso e nei reparti. Una decisione che per Emi Bondi, presidente SIP "ha deluso i medici e reso ulteriormente difficile la gestione dei pazienti violenti nei reparti di psichiatria". "Certamente una Legge piena di buone intenzioni ma applicata poco e male" aggiunge il segretario nazionale Guido Di Sciascio. "La psichiatria di questi 'anni 20' del nuovo millennio - conclude il presidente eletto Liliana Dell'Osso - non ha nulla a che fare con quella degli anni Settanta dello scorso secolo. La società è cambiata, le patologie psichiche sono cresciute di numero, poiché vengono diagnosticate con più precisione e più precocemente. Le cure sono state rivoluzionate, eppure le risorse sono rimaste ferme, almeno rispetto ai bisogni di salute mentale di questa nuova società".

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