Italia e Estero

R.Illy, 'fiammata inaudita per cacao ma ok prezzi per la Pasqua'

Presentazione dello “Champagne Barons de Rothschild”. Riccardo Illy. Presso bar Cavour del Cambio, a Torino, il 26 gennaio 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON
Presentazione dello “Champagne Barons de Rothschild”. Riccardo Illy. Presso bar Cavour del Cambio, a Torino, il 26 gennaio 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON
AA

TRIESTE, 26 MAR - La fiammata "inaudita" nei costi del cacao, che oggi ha superato i 10mila dollari/tonnellata non avrà ripercussioni sul costo dei vari dolciumi di cioccolato a Pasqua - prodotti già lavorati, confezionati e consegnati - ma dopo "se si dovesse raggiungere la cosiddetta soglia resistenza, i fondi continuare a vendere e l'impennata rientrare con quotazioni ragionevoli" non ci saranno grandi problemi. Al contrario, "se il cacao dovesse restare a 10mila dollari ci saranno ulteriori rincari". In altre parole per le imprese "l'effetto di quanto sta avvenendo è vivere alla giornata cercando di indovinare sapendo che si faranno errori". E' il commento sull'impennata del prezzo del cacao di Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, la cui capogruppo è Domori, azienda di prodotti di cioccolato di alta qualità. L'industriale ha analizzato le ragioni dell'aumento, poi sceso alle 18 intorno al pur altissimo costo di 9.700 dollari: "Una sommatoria di fattori, naturali, economici e finanziari. Quelli naturali sono la siccità che ha colpito i due principali paesi produttori, Ghana e Costa d'avorio, e una malattia che ha colpito le piante, soprattutto in Costa d'avorio che ha ridotto la produzione". Il fattore economico è invece "il lunghissimo periodo di materia prima al costo basso di 2.500 dollari la tonnellata, un quarto di quello odierno, che non ha consentito ai produttori di rinnovare le piantagioni. Come le viti, anche la pianta di cacao riduce la produttività con il tempo e va sostituita, cosa che non è stata fatta". Infine, "come una ciliegina avvelenata sulla torta, i fondi di investimento hanno speculato sul cacao, provocando il disastro". Pesa che a decidere siano non più gli uomini ma i robot: "Se l'uomo è difficile da prevedere, per la macchina è impossibile". Dunque, con questo "sconvolgimento del mercato ci prepariamo alla stagione autunno-inverno, ma prevedere acquisti, produzione, stabilire prezzi di vendita è quasi impossibile. Le imprese, abituate a lavorare a lungo termine, sono costrette a vivere alla giornata". C'è però un rovescio della medaglia: se dovesse permanere un costo così alto, "chi non poteva comprare fertilizzanti o un impianto di irrigazione avrà la possibilità di farlo". Eventualmente con un aumento della produzione nel prossimo raccolto e un conseguente ribasso del costo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Argomenti