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Riciclaggio di cripto-valute, GdF Milano sequestra 9 milioni

(FRAME) C'è anche una Lamborghini Aventador - che nuova costa più di 300mila euro - tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Milano a una cooperativa che in provincia di Milano opera nel settore dei trasporti e il cui amministratore è stato arrestato e portato in carcere per reati fiscali. I finanzieri, diretti dalla Procura di Monza, hanno accertato che l'uomo ha presentato oltre 330mila euro di costi di "ricerca e sviluppo" in realtà mai sostenuti, allo scopo di non versare le ritenute fiscali, i contributi previdenziali e i tributi locali così riducendo, e in alcuni casi azzerando, i debiti nei confronti dell'erario. Il valore del sequestro della Guardia di Finanza è di circa 330mila euro, cifra pari al profitto che sarebbe derivato dalla frode fiscale. ANSA/
(FRAME) C'è anche una Lamborghini Aventador - che nuova costa più di 300mila euro - tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Milano a una cooperativa che in provincia di Milano opera nel settore dei trasporti e il cui amministratore è stato arrestato e portato in carcere per reati fiscali. I finanzieri, diretti dalla Procura di Monza, hanno accertato che l'uomo ha presentato oltre 330mila euro di costi di "ricerca e sviluppo" in realtà mai sostenuti, allo scopo di non versare le ritenute fiscali, i contributi previdenziali e i tributi locali così riducendo, e in alcuni casi azzerando, i debiti nei confronti dell'erario. Il valore del sequestro della Guardia di Finanza è di circa 330mila euro, cifra pari al profitto che sarebbe derivato dalla frode fiscale. ANSA/
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MILANO, 13 GIU - I finanzieri del Nucleo speciale di Polizia valutaria e del Nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di oltre 9 milioni di dollari, nell'ambito di un'indagine relativa al riciclaggio di proventi illeciti tramite cripto-valute. Il provvedimento, disposto del gip di Milano, è stato emesso dopo un'attività che ha consentito di individuare un portafoglio digitale (wallet), creato artificiosamente con documenti falsi e software deepfake, acceso presso un exchange regolarmente attivo in Italia che, estraneo ai fatti, ha collaborato con gli inquirenti. Il wallet sarebbe stato utilizzato per far transitare ingenti somme in cripto-valute, a seguito di un attacco hacker con cui sarebbero state sottratte cripto attività per decine di milioni di euro. Il portafoglio digitale, inizialmente scarsamente movimentato, proprio in concomitanza con l'attacco hacker ha registrato, nel giro di pochissimi minuti, depositi di cripto-attività per oltre 9 milioni di Tether (Usdt), di cui oltre 8 immediatamente convertiti in altri asset digitali (BitCoin, Terra Classic, Ethereum etc.) con numerose operazioni di cambio tra valute virtuali ("chain-hopping"), seguiti da varie operazioni d'invio di valuta. Dall'analisi della blockchain, attraverso il tracciamento di alcune transazioni, è emersa la probabile provenienza illegale delle somme transitate e accreditate sul wallet.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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