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Reagì alla rapina e uccise il ladro: è stata legittima difesa

Il Gip di Roma ha stabilito che si era trattato di legittima difesa. I fatti nella Capitale nel giugno del 2013
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 Archiviazione dell'accusa di omicidio volontario per aver agito in stato di legittima difesa. È quanto riconosciuto dal gip di Roma Gaspare Sturzo all'imprenditore Ilario D'Apollonio, 85 anni, l'uomo che il 29 giugno 2013 reagì ad un tentativo di rapina nella sua villa sulla via Nomentana, sparando, con un'arma legalmente posseduta, ed uccidendo uno dei quattro malviventi.

I rapinatori, uno dei quali armato, si introdussero di notte nella villa dei coniugi D'Apollonio, legarono ed imbavagliarono la moglie dell'imprenditore, Ilaria Ciocchetti, anch'essa ottantenne, che li aveva sorpresi e si apprestavano ad arraffare soldi e gioielli. Accortosi di quanto stava accadendo, D'Apollonio sparò ed uccise il romeno Nicolas Valentin Barbat. Gli altri tre banditi furono successivamente catturati e condannati a pena varianti tra cinque e quattro anni di reclusione. A sollecitare l'archiviazione del procedimento era stata il pm Elisabetta Ceniccola. Gli stessi legali della coppia di anziane vittime del tentativo di rapina, gli avvocati Diego Perugini e Sonia Battagliese, avevano sollecitato la misura adottata oggi dal gip Sturzo.

Nella richiesta di archiviazione, il pm Ceniccola aveva sottolineato come «la condotta omicidiaria sia stata posta in essere da un soggetto in età avanzata nei confronti di un uomo di 35 anni di alta statura e di fisicità robusta al fine di difendere se stesso e sua moglie (impossibilitata a reagire in quanto immobilizzata ed imbavagliata) dalla condotta violenta di più rapinatori travisati di cui almeno uno armato».

Il Giudice ha tenuto conto delle concrete modalità del fatto, di tutti gli elementi oggettivi e dello stato d'animo di D'Appollonio che, in quel momento, non poteva non temere per la sua vita e per quella della moglie, nel frattempo aggredita e messa in fin di vita dai rapinatori. Ha inoltre precisato il gip che nessun appunto poteva muoversi a D'Appollonio il quale, nonostante avesse esploso due colpi di arma da fuoco a scopo dissuasivo, si è trovato costretto a fronteggiare l'aggressione del rapinatore poi rimasto ucciso, che invece di fuggire lo aggrediva ulteriormente, divenendo quindi inevitabile l'uso dell'arma per difesa personale. 

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