Puigdemont rieletto presidente del Consiglio Repubblica catalana

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epa06498007 Ousted Catalan leader Carles Puigdemont gathers with his parliamentary group for a working session at President Park Hotel in Brussels, Belgium, 05 February 2018. Puidgemont has gathered deputies of his party 'Junts per Catalunya' (lit.: Together for Catalonia') to discuss on how to unprevent him from being elected as Catalan Parliament leader. Spain's Constitutional Court on 27 January 2018 announced that Catalonia's fugitive former regional president Puigdemont must return to Spain if he wants to be elected in the investiture debate, as a preventive turn out to avoid the Catalan Parliament from electing him without being present at the Chamber. The Court also recalled that Puigdemont would need a judicial permission, despite his presence at the Chamber, as there is still a warrant order in force. EPA/STEPHANIE LECOCQ

MADRID, 19 FEB - L'ex presidente della Generalitat ed eurodeputato Carles Puigdemont torna a presiedere il Consiglio della Repubblica, una sorta di governo in esilio e "legittimo" della Catalogna, da lui stesso costituito in Belgio, dove è riparato all'indomani della dichiarazione di indipendenza del 2017, dopo aver vinto con 8.263 voti (oltre il 92%) le elezioni interne, che hanno registrato una partecipazione minima, inferiore al 10%. Le elezioni si sono svolte mediante voto diretto dei circa 100.000 iscritti all'organismo, che ha per obiettivo quello di culminare il processo politico verso la "Repubblica catalana", per "eseguire il mandato del referendum del 1° ottobre" 2017, ovvero la proclamazione unilaterale dell'indipendenza catalana. Puigdemont, leader di Junts per Catalunya, si è imposto su altri due candidati, Jordi Castellà e Lluis Felipe, che hanno ottenuto rispettivamente il 5,5% e lo 0,8% dei consensi. Il Consiglio della Repubblica catalana, non ha mai svolto alcuna funzione formale. L'obiettivo della secessione appare peraltro oggi in contraddizione con i negoziati condotti da Junts con il Psoe per la legge di amnistia e, prima, per l'investitura a premier di Pedro Sanchez, che ha sempre indicato l'ambito costituzionale come linea rossa di negoziato. Un dialogo che potrebbe spiegare l'alta astensione dell'ala 'dura' del movimento indipendentista. Mentre il Consiglio della repubblica non è visto di buon occhio dai repubblicani di sinistra di Esquerra Republicana de Catalunya, timorosi che Junts lo possa utilizzare come contropotere rispetto al presidente della Generalitat, Pere Aragones, di Erc.

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