Processo per caporalato dopo la morte di Satnam, il Comune di Latina parte civile

LATINA, 10 DIC - È stata accolta la richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Latina nel processo per caporalato che vede imputati Renzo Lovato e suo figlio Antonello, quest'ultimo accusato anche della morte di Satnam Singh, il bracciante indiano morto nel giugno del 2024 dopo essere stato abbandonato senza un arto davanti casa in seguito ad un incidente sul lavoro in un'azienda agricola nelle campagne pontine. Proprio dagli accertamenti iniziati in seguito al decesso del 31enne, infatti, si è aperto un secondo filone d'indagine, per caporalato, nel quale sono imputati lo stesso Antonello Lovato, colui che abbandonò Satnam dopo l'incidente nell'azienda di cui era titolare, e suo padre Renzo, che la gestiva insieme a lui. Oggi, al tribunale di Latina, il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile presentata dal Comune, ravvisando l'interesse e richiamando gli articoli dello statuto comunale citati dall'avvocato comunale Cinzia Mentullo. Il Comune di Latina è già parte civile anche nel processo relativo alla morte di Satnam Singh, come ricordato anche dalla sindaca Matilde Celentano: "Lo sfruttamento dei lavoratori in condizioni di estremo bisogno, come lo era Satnam Singh, che è morto in conseguenza di questo sfruttamento, è stata una vergogna per il territorio, e una macchia che ha rischiato di danneggiare anche l'immagine dell'imprenditoria sana - le parole del primo cittadino del capoluogo pontino -. Latina non deve essere identificata come città del caporalato. Latina è una città giovane nata dalla bonifica, con il sacrificio dei lavoratori. Accogliamo con grande senso di responsabilità la decisione del giudice di ammettere il Comune di Latina come parte civile: è un riconoscimento del ruolo che le istituzioni devono avere nella tutela dei diritti dei lavoratori e un passo necessario per affermare, anche nelle aule di giustizia, che la nostra città rifiuta ogni forma di sfruttamento" chiosa la sindaca.
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