Italia e Estero

Portale vaccini, l’addio al sistema di Aria nel fine settimana

L’ira di Moratti per i nuovi disservizi: «Inaccettabile» In corso i test sul sistema gestito da Poste italiane
Palazzo Lombardia. La sede dell’Esecutivo regionale, dove oggi si terrà la riunione di coordinamento sul sistema di prenotazione delle vaccinazioni
Palazzo Lombardia. La sede dell’Esecutivo regionale, dove oggi si terrà la riunione di coordinamento sul sistema di prenotazione delle vaccinazioni
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La sentenza definitiva era arrivata già un paio di settimane fa, quando in pompa magna Palazzo Lombardia aveva annunciato che la gestione delle prenotazioni per la campagna vaccinale anti Covid sarebbe passata a Poste Italiane di lì a qualche settimana. Ma il colpo di grazia lo ha sferzato direttamente la vicepresidente, Letizia Moratti, in un tweet che ha fatto il giro dei cellulari di tutto l’emisfero politico in 30 secondi: «L’inadeguatezza di AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per #vaccinare. È inaccettabile! Grazie agli operatori che si prodigano vaccinando comunque 30mila persone al giorno e grazie ai cittadini lombardi per la pazienza».

Tanto che dall’opposizione non sono mancati commenti amaramente ironici, del tipo «Moratti una di noi», per citare Niccolò Carretta (Azione). Il cipiglio severo e stizzito di «The queen» (come molti hanno soprannominato l’assessore al Welfare) arriva sulla scia dell’ennesimo tilt del sistema che gestisce le prenotazioni: sabato e domenica la nuvola del caos che inceppa gli sms delle convocazioni ha sorvolato, infatti, Cremona e Monza. Non a caso questa mattina è prevista una riunione per fare il punto della situazione. E il primo punto all’ordine del giorno è proprio la data dell’addio al sistema informatico gestito da Aria.

Le due opzioni. L’anticipazione, seppur in modo sibillino, di un’accelerata verso il portale di Poste italiane arriva dalla stessa Moratti attraverso un secondo tweet, pubblicato alle 19.15 circa di ieri: «Per il buon proseguimento della vaccinazione le cose che non funzionano vanno cambiate e su Aria Lombardia servono decisioni rapide e drastiche. I cittadini non devono pagare le inefficienze della burocrazia, Regione Lombardia deve loro offrire soluzioni e non problemi». Tradotto in pratica, questa mattina è previsto un vertice sia tecnico - che vedrà seduto al tavolo il presidente di Aria Spa, Francesco Ferri - sia politico, durante il quale si vocifera la partecipazione di Matteo Salvini. L’obiettivo è appunto conclamare l’addio ad Aria: in questi giorni sono in corso i test del nuovo sistema di Poste italiane e si sta completando la trasmigrazione dei dati da un portale all’altro. Il via del portale che dovrebbe segnare il cambio di passo in Lombardia, era previsto in coincidenza della vaccinazione di massa, tra fine marzo e i primi giorni di aprile. Il punto vero, quindi, sono i tempi del cambiamento auspicato dalla stessa vicepresidente. Quali le soluzioni sul tavolo? Gli scenari allo studio per correre ai ripari sono due. Il primo: anticipare a sabato 27 il servizio affidato a Poste italiane, quando la Lombardia prevede di avviare le vaccinazioni della fascia compresa tra i 79 e i 75 anni. Il secondo scenario ipotizza di chiedere alle Ats e alle Asst di non attendere più gli sms, bensì di chiamare direttamente cittadini a casa per convocarli e somministrare loro le dosi.

Perché questo «piano B»? Il tema non riguarda solo il portale gestito da Aria Spa, ma anche la fornitura degli elenchi delle persone da vaccinare e l’invio degli sms, operazioni che, secondo Palazzo Lombardia, spetterebbero ad altri. Nervi tesi. Di certo, il clima a Palazzo è sempre più teso. Il fuoco amico sponsorizzato in diretta social di Moratti ha spiazzato anche la Lega, che fino a venerdì ha continuato a respingere le accuse mosse dalle opposizioni bollandole come pretestuose, specie perché mosse «da chi, al Governo fino a un mese fa, ha collezionato fallimenti».

L’assessore al Welfare, però - così come già fatto nei giorni scorsi dal super consulente Guido Bertolaso - non ha nessuna intenzione di restare con il cerino in mano e si smarca, anche e soprattutto pubblicamente. Lo fa prendendo in primis le distanze da Aria e, quindi, dalla Lega visto che la società è nata sotto la guida del governatore Attilio Fontana e dell’assessore al Bilancio Davide Caparini. Anche se, nel valzer delle nomine, la regia della società sotto accusa è espressione di Forza Italia. Non proprio così lontana, quindi, dalla vicepresidente introdotta sì come «tecnico», ma di certo molto vicina a Silvio Berlusconi. Non fosse altro perché lo stesso Cavaliere ha ascritto a se stesso l’intesa sull’arrivo di The queen in Lombardia.

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