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Ponte Morandi: il comitato delle vittime non sarà parte civile

Lo ha deciso il gup Paola Faggioni nel corso dell'udienza preliminare. Per il giudice non può essere ammesso per carenza di legittimazione
Egle Possetti al centro  presidente del Comitato Vittime del Crollo di Ponte Morandi, con altri parenti delle vittime  © www.giornaledibrescia.it
Egle Possetti al centro presidente del Comitato Vittime del Crollo di Ponte Morandi, con altri parenti delle vittime © www.giornaledibrescia.it
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Il comitato Ricordo vittime del Ponte Morandi è stato escluso dalle parti civili nel corso dell'udienza preliminare nell'ambito dell'inchiesta sul crollo. Lo ha deciso il gup Paola Faggioni. L'udienza è ancora in corso.

Per il giudice il comitato delle vittime, che riunisce gran parte dei familiari, non può essere ammesso come parte civile per «carenza di legittimazione visto che è stato costituito dopo i fatti». Il gup sta escludendo gran parte delle associazioni che hanno chiesto di costituirsi parte civile. 

«Ovviamente siamo molto dispiaciuti per questa decisione, speravamo nell'accettazione anche alla luce delle precedenti sentenze. Questo non rallenta di una virgola la nostra azione collegiale. Ovviamente agiremo nell'interesse comune anche come singoli parenti». Lo dichiara Egle Possetti presidente del Comitato ricordo vittime Ponte Morandi, in merito alla decisione del gup. 

«Pensiamo - sottolinea poi Possetti - che questa norma di legge nel caso della costituzione di comitati dei parenti costituiti ovviamente 'post' debba essere modificata perché non ha nessuna logica. È impossibile che uno si costituisca come comitato prima del reato».

«L'ultima cosa che pensiamo è sciogliere il comitato. Le parti singole che saranno nel processo lavoreranno per tutti, perché lo spirito è sempre stato quello - chiarisce anche -. Anche la nostra famiglia che ha un perito sta lavorando per tutti perché il lavoro che fa va a beneficio di tutti». «Abbiamo - conclude Possetti - un incontro il due dicembre in Prefettura per sollecitare il nostro disegno di legge (a favore delle vittime di incuria) che giace addormentato in Parlamento».

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