Italia e Estero

Polizia indaga su pista bresciana per l'attacco di Mumbai

Sotto la lente un passaggio di danaro attraverso un’agenzia con sede a Brescia
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La Polizia tributaria indiana sta indagando su una «pista italiana» - e bresciana - relativa al finanziamento dei terroristi coinvolti nell’attacco di Mumbai del novembre 2008 e di gruppi separatisti in Kashmir.

Lo riporta l’agenzia di stampa Pti. Gli investigatori dell’Enforcement Directorate (Ed) hanno infatti scoperto che un certo Firdous Ahmad Shah, membro del gruppo separatista kashmiro Hurriyat Conference, ha ricevuto denaro attraverso un’agenzia con sede a Brescia, già al centro di un’inchiesta della Polizia italiana nel 2009.

Tra il 2007 e il 2010 Shah avrebbe incassato circa 30 milioni di rupie (circa 470 mila dollari) spediti da un pachistano di nome Javed Iqbal, che però sarebbe estraneo alla vicenda (probabilmente la sua identità è stata rubata durante una transazione).

Nel 2009 la polizia di Brescia aveva arrestato due pachistani, padre e figlio, che avevano usato la società Madina Trading (attraverso il circuito Western Union) per attivare i telefoni via internet (Voip) utilizzati dai terroristi in azione a Mumbai per tre giorni. Dall’inchiesta era emerso che la Madina Trading aveva effettuato circa 300 trasferimenti a nome di Iqbal.

Tra i destinatari di questi movimenti c’è anche Shah e altri separatisti kashmiri secondo gli agenti dell’Ed che, di recente, hanno aperto un fascicolo presso la procura di Srinagar.
I risultati dell’inchiesta, secondo la Pti, saranno poi condivisi con il ministero degli Interni che deciderà se riaprire le indagini sulle stragi di Mumbai.

All’epoca dell’attentato costato la vita a 166 persone l’attenzione degli investigatori si concentrò sul superstite del commando di dieci terroristi pakistani della Lashkar-e-Taiba, Mohammed Ajmal Amir Kasab, poi impiccato nel 2012, trascurando alcuni legami con altre persone e gruppi locali. 

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