Italia e Estero

Pg, 'a Milano e non solo saluti romani paramilitari'

Si è conclusa con il triplo 'Presente' e il braccio alzato per il saluto romano di circa mille persone la commemorazione per Sergio Ramelli a Milano, 29 aprile 2019. Conclusa la "passeggiata", come l'hanno definita i militanti, concordata con la forza pubblica, circa mille manifestanti si sono schierati silenziosamente davanti alla lapide in via Paladini, dove il giovane venne aggredito il 29 aprile del 1975, hanno issato una corona, dato l'attenti e intonato il triplo presente. ANSA/NICOLA MARFISI
Si è conclusa con il triplo 'Presente' e il braccio alzato per il saluto romano di circa mille persone la commemorazione per Sergio Ramelli a Milano, 29 aprile 2019. Conclusa la "passeggiata", come l'hanno definita i militanti, concordata con la forza pubblica, circa mille manifestanti si sono schierati silenziosamente davanti alla lapide in via Paladini, dove il giovane venne aggredito il 29 aprile del 1975, hanno issato una corona, dato l'attenti e intonato il triplo presente. ANSA/NICOLA MARFISI
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MILANO, 27 OTT - "Accertata la matrice fascista del saluto romano, queste manifestazioni con centinaia e centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale e continuano a tenersi, una ce ne è stata non più tardi di ieri, e trovano terreno sempre più fertile". Così la sostituta pg di Milano Olimpia Bossi ha fatto riferimento anche alla manifestazione di Predappio di ieri nel suo intervento nel processo d'appello a carico di 13 esponenti dell'estrema destra per i saluti romani, dopo la cosiddetta "chiamata del presente", il 29 aprile 2018 al corteo, che si tiene ogni anno nel capoluogo lombardo, in memoria di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel '75. In primo grado, nel luglio 2023, i tredici imputati sono stati condannati a 4 mesi e oggi la pg Bossi ha ribadito, davanti alla quarta penale della Corte d'Appello (presidente del collegio Vincenzo Tutinelli), la richiesta di conferma del verdetto del Tribunale milanese per il reato di manifestazione fascista, previsto dalla legge Scelba.

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