Padre morì in cantiere, condannato il figlio titolare ditta

GENOVA, 07 LUG - Otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena. E' la condanna, in primo grado, comminata al giovane Samuele Spanò, titolare della ditta "Sc Edilizia Generale Spanò", finito a processo con l'accusa di omicidio colposo per la morte del padre Carmelo, che lavorava insieme a lui, deceduto 17 dicembre 2021 a seguito di una caduta avvenuta durante un sopralluogo in un cantiere di Ventimiglia (Imperia). L'uomo era salito su una scala, poggiando poi i piedi su una sorta di cordolo, che rompendosi ne aveva provocato la caduta, risultatagli fatale. A processo, in concorso con Spanò, anche il committente dei lavori, anch'esso condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e il titolare di una seconda ditta presente nel cantiere, assolto. Anche lo stesso pm, ha sottolineato come il processo avesse "delle delicatezze dal punto di vista umano che stemperano e devono stemperare l'impianto accusatorio", ricordando tra l'altro che l'impresa, intestata al figlio della vittima, "risultasse in regola sotto il profilo amministrativo". In ogni caso, però, secondo la pubblica accusa, la vittima su quel cordolo non sarebbe dovuto salire e di questo, la responsabilità, deve essere imputata al titolare della ditta edile: suo figlio. Attonito il difensore del giovane condannato, l'avvocato Marco Bosio, che ha già annunciato di appellare la sentenza non appena avrà letto le motivazioni, il cui deposito avverrà entro novanta giorni.
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