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Operatore, Gaza laboratorio di disumanizzazione, agire subito

epa12181901 Displaced Palestinians carry bags of flour along Rashid Street in western Jabalia, 17 June, 2025, after humanitarian aid trucks entered the northern Gaza Strip through the Israeli-controlled Zikim crossing, northwest of Gaza City. EPA/HAITHAM IMAD
epa12181901 Displaced Palestinians carry bags of flour along Rashid Street in western Jabalia, 17 June, 2025, after humanitarian aid trucks entered the northern Gaza Strip through the Israeli-controlled Zikim crossing, northwest of Gaza City. EPA/HAITHAM IMAD
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TRIESTE, 22 GIU - "La fame avanza, la sete cresce, le infezioni si moltiplicano. E noi ci perdiamo in discussioni su geopolitica e sicurezza, mentre un popolo viene spinto verso la morte lenta. Gaza non è solo un teatro di guerra. È il laboratorio della disumanizzazione". E' un passaggio del lungo intervento pubblicato oggi dai quotidiani del Gruppo Nem di un operatore umanitario, Loris De Filippi, appena rientrato da Gaza, per il quale urge trasferire subito "almeno 10 mila persone". De Filippi, da 30 anni nelle zone più critiche tra cui Haiti, Congo, Sud Sudan, già presidente di Medici Senza Frontiere Italia, oggi Health Specialist per Unicef, descrive una situazione umanitaria che "supera ogni limite della sopportazione umana" con "madri che partoriscono nel fango senza antidolorifici, e il silenzio complice del mondo". Per l'operatore "oggi a Gaza ci sono 55.000 donne incinte che vivono in rifugi di fortuna, senza acqua, cibo, medicine. Una su tre sta affrontando una gravidanza ad alto rischio, una su 5 partorisce prematuramente o con neonati sottopeso" e "solo 5 ospedali sono ancora in grado di garantire assistenza materna lungo tutta la Striscia. Ma sono allo stremo". "I medici svengono per fame durante le emergenze"; la mancanza di carburante rischia di far cessare le attività ancora in funzione. "Abbiamo tentato di far entrare incubatrici e ventilatori pediatrici. Sono fermi nei magazzini israeliani da mesi, sequestrati da una burocrazia disumana, e i bimbi muoiono". Qualche dato: "70% delle ustioni chirurgiche, 33% di traumi cranici, 26% delle lesioni spinali e il 23% delle amputazioni riguardano minori". Ma "non c'è più tempo per l'indifferenza. Serve agire ora: garantire accesso umanitario a Gaza e al nord della Cisgiordania per acqua, cibo, carburante, medicinali e altri beni essenziali. Espandere i corridoi umanitari e garantire passaggi per la consegna degli aiuti e la circolazione del personale umanitario. Intensificare le evacuazioni mediche per tutti i pazienti critici, senza discriminazioni".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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