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Nuovo attacco hacker cinese, Obama pensa a sanzioni

Sottratti i dati a quattro milioni di americani che hanno avuto rapporti con l'amministrazione
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Barack Obama è furioso per quello che gli esperti definiscono come uno dei più aggressivi cyberattacchi della storia, quello che ha colpito gli uffici del Governo americano da cui sono state rubate informazioni su almeno quattro milioni di dipendenti ed ex dipendenti federali.

Il presidente è deciso ad usare il pugno di ferro e, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, starebbe valutando il ricorso a sanzioni finanziarie nei confronti di persone e gruppi ritenuti responsabili degli attacchi, o colpevoli di sostenerli.

L’amministrazione Obama non conferma, ma nel mirino ci sarebbe la Cina. E nel caso di misure restrittive la tensione tra Washington e Pechino salirebbe alle stelle. Del resto, secondo le indagini svolte, sarebbero cinesi gli autori del duplice attacco ai danni dell’Office of Personnell Management (Ofp), l’ufficio che gestisce i dati personali di tutti coloro che lavorano, hanno lavorato o aspirano a lavorare per l’amministrazione Usa.

Un attacco duplice: la Casa Bianca ha infatti ammesso un secondo «hackeraggio» dopo quello svelato nei giorni scorsi. I pirati informatici avrebbero infatti violato un secondo livello della rete informatica dell’Ofp, rubando i moduli che vengono compilati da agenti dell’Fbi, uomini dei servizi di intelligence e contractor del Pentagono quando fanno la domanda di ammissione. Moduli che contengono non solo informazioni personali, ma anche relative a familiari, amicizie e conoscenze.

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