Italia e Estero

«Nonostante la paura abbiamo evitato il collasso del soccorso»

La testimonianza degli operatori della centrale unica dell'emergenza sanitaria. In marzo il triplo degli interventi.
UN MESE DI EMERGENZA SANITARIA
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Preoccupati per loro stessi, per le proprie famiglie e i colleghi. Ma anche determinati a garantire la continuità di un servizio essenziale. Sono stati così gli operatori della centrale unica del soccorso sanitario per le province di Brescia, Bergamo e Sondrio nel periodo più critico della gestione dell'emergenza coronavirus.

Rainiero Rizzini, coordinatore della Soreu Alpina, in una lunga intervista a Teletutto ha spiegato come «nel solo mese di marzo sono state gestite 60mila richieste di intervento, il triplo del normale» e con «un carico di preoccupazioni e di emozioni fortissimo. Ciascuno di noi, nelle famiglie e negli affetti, è stato toccato da un lutto, anche un nostro collega purtroppo è deceduto, diversi colleghi si sono ammalati ma ci siamo impegnati ogni giorno per garantire la continuità del servizio di soccorso di emergenza».

Rizzini ripercorre le difficoltà di trovare posto nei pronto soccorso una volta caricati i pazienti a casa ma anche l'inevitabile dilatarsi dei tempi di soccorso dovuto alla mole di chiamate e alla necessità di sanificare i mezzi dopo ogni intervento. 

Resta però un ricordo positivo ora che, almeno per le richieste di soccorsi di emergenza, i numeri si sono ridimensionati: «I bresciani e i bergamaschi hanno mostrato ancora una volta il loro dna. Anche quando facevamo fatica ad aiutarli hanno sempre dimostrato di capire, ci hanno ringraziato e ciascuno, a testa bassa, ha cercato di dare il massimo per reagire alla situazione. Per noi è stato uno straordinario conforto».

 

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