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Ndrangheta, in Corte d'Assise a Trento le parti civili

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TRENTO, 18 LUG - Si è aperta nell'aula della Corte d'Assise del Tribunale di Trento la seconda udienza del secondo troncone del processo Perfido, che nella prima fase ha sancito l'infiltrazione mafiosa di tipo 'ndranghetista nel settore del porfido in Trentino. Imputati, stavolta, di fronte alla giudice Elsa Vesco, 15 "colletti bianchi". Ad Alessia Nalin, Filippo Gioia e Vittorio Giordano è contestata l'accusa di associazione mafiosa. A Domenico Morello (condannato in secondo grado a dieci anni per associazione mafiosa), all'ex sindaco di Frassilongo Bruno Groff, all'ex parlamentare Mauro Ottobre - presente in aula e difeso dall'avvocato Massimo Corsini - e all'ex sindaco di Lona Lases Roberto Dalmonego contestata l'accusa di voto elettorale politico-mafioso. Coinvolti per detenzione di armi e munizioni anche Pietro Denise e Saverio Arfuso, già condannati, mentre dovranno rispondere per aver messo in circolazione banconote false Mustafa Arafat e Francesco Favara. Chiamati a rispondere di omissione di soccorso, omessa denuncia e favoreggiamento in relazione al pestaggio dell'operaio cinese Hu Xupai tre carabinieri all'epoca in servizio ad Albiano: Roberto d'Andrea, Nunzio Cipolla e Alfonso Fabrizio Amato. Al carabiniere Luigi Sperini è contestato il reato di rivelazioni di atti d'ufficio. Nove le richieste di costituzione a parte civile in discussione, presentate da Cgil (rappresentata dall'avvocato Giovanni Guarini), Cisl, cooperativa AltroTrentino, Hu Xupai, Provincia di Trento, Comune di Lona Lases e presidenza del Consiglio dei ministri con Ministero della difesa e Ministero dell'interno.

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