Italia e Estero

Natisone, la drammaticità delle telefonate di Patrizia

Frame di un video, girato da un passante anonimo dal ponte Romano, della tragedia del Natisone, in cui si vede il disperato tentativo di un vigile del fuoco di raggiungere i tre ragazzi stretti in un abbraccio al centro del fiume, il 31 maggio 2024. Nel filmato si vede il soccorritore nuotare con tutte le proprie forze a lato dei ragazzi per provare ad avvicinarsi ma, sebbene allenato a simili interventi, non riesce nell'intento e alla fine deve desistere per non rischiare di essere a propria volta travolto dalla furia del fiume. ANSA
Frame di un video, girato da un passante anonimo dal ponte Romano, della tragedia del Natisone, in cui si vede il disperato tentativo di un vigile del fuoco di raggiungere i tre ragazzi stretti in un abbraccio al centro del fiume, il 31 maggio 2024. Nel filmato si vede il soccorritore nuotare con tutte le proprie forze a lato dei ragazzi per provare ad avvicinarsi ma, sebbene allenato a simili interventi, non riesce nell'intento e alla fine deve desistere per non rischiare di essere a propria volta travolto dalla furia del fiume. ANSA
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TRIESTE, 27 FEB - "Non abbiamo tanto tempo ... non ce la facciamo più". Sono le disperate richieste di aiuto che Patrizia Cormos fa al 112 spiegando al vigile del fuoco che risponde alle varie chiamate di aiuto, mentre con i due suoi amici Bianca Doros e Cristian Molnar si trova bloccata tra le acque del Natisone che salgono rapidamente e in modo sempre più impetuoso. Il vigile del fuoco risponde alle richieste "dobbiamo arrivare, eh". Le registrazioni di quegli attimi - diffuse ieri dal Tg1 - sono agli atti dell'inchiesta aperta dalla Procura di Udine per verificare se ci sono state responsabilità tra i soccorritori. Nell'inchiesta sono quattro le persone indagate. Le registrazioni sono state rese note due giorni fa con un commento della madre anche di Patrizia, Michaela, critica nei confronti dei soccorritori. Alle 13.29 la ragazza fa la prima richiesta, poi alle 13.36 fa una seconda telefonata, indicando che lei e i suoi amici sono circondati dall'acqua. "Non ce la facciamo più", urla nell'ultima telefonata, alle 13.38. In una delle tre chiamate la ragazza viene lasciata in attesa per sei minuti. In una telefonata chiede l'intervento dell'elicottero, unico messo che può trarli in salvo. "Abbiamo attivato anche quello", risponde dall'altro capo del telefono. Prima dell'arrivo dell'elicottero, i Vigili del fuoco sul posto provano a raggiungere i tre lanciando corde dall'alto mentre un altro vigile si lancia in acqua ma non riesce a raggiungerli per via della forte corrente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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